Trizzino (M5S): “Seconda ondata inevitabile: necessaria riforma della sanità territoriale”

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Onorevole Trizzino, partiamo dalla sua proposta di legge, votata all’unanimità dal Parlamento. In cosa consiste?

“Ho sempre ritenuto che la dignità della vita umana debba essere rispettata e preservata dal primo all’ultimo momento. Con il DL n. 2500 Rilancio grazie ad un emendamento che ho presentato, è stata istituita la Scuola di Specializzazione in Medicina e Cure Palliative. Un ulteriore passo concreto verso il principio del diritto del cittadino ad accedere alle Cure Palliative, sancito nella legge 38 del 2010. Tale legge, riconosciuta tra le più avanzate a livello europeo, finalmente sta vedendo applicati quasi tutti i suoi articoli ed in particolare quelli relativi alla formazione. Infatti, dopo l’istituzione della disciplina professionale, avvenuta nel 2013, in base all’art. 8, comma 1, era necessario aggiornare gli ordinamenti didattici dei percorsi accademici. Aver istituito la Scuola di Specializzazione mette l’Italia in una posizione ancor più all’avanguardia rispetto agli altri paesi. Non è un caso se in Europa ben 6 paesi hanno una scuola di specializzazione in medicina palliativa e 4 una sub-speciality scelta all’interno di una specializzazione attinente, così come avviene anche negli Stati Uniti e in Canada, paesi precursori nelle cure palliative. Sono trascorsi 40 anni da quando in Italia furono attivate le prime forme di assistenza nei confronti di chi era giunto alla fine della propria vita. Una grande spinta culturale che ha visto in prima fila professionisti ed associazioni di volontariato che hanno tracciato una strada lunga e tortuosa che oggi raggiunge questo traguardo. È giusto che siano specialisti in cure palliative ad accompagnare con la necessaria competenza e formazione universitaria la fine della vita e questo va fatto all’interno di un percorso di cura che comprende numerosi attori. Il Medico di Medicina Generale rimane punto di riferimento insostituibile e con esso la figura dell’infermiere che rappresenta il cardine intorno a cui si sviluppa l’assistenza. Psicologi, fisioterapisti, assistenti sociali, volontari ed assistenti spirituali compongono l’equipe assistenziale ed ognuno con le proprie competenze e specifiche formazioni curriculari. Ancora una volta il voto unanime di tutti i partiti vede le Cure Palliative, come è avvenuto con l’approvazione della Legge 38 del 2010 che le istituì in Italia, unire le coscienze e gli interessi di tutti. Di questo dobbiamo dare atto ad una classe politica che riesce ad essere unita quando bisogna difendere i veri interessi dei cittadini. Questo risultato non può che essere dedicato al Professore Vittorio Ventafridda fondatore in Italia del Movimento delle Cure Palliative ed ai 35.000 cittadini italiani che sono deceduti a causa della pandemia da coronavirus”.

L’Italia è attrezzata per poter fronteggiare un’eventuale seconda ondata del virus?

“La cosiddetta seconda ondata sarà inevitabile ma questa volta troverà il paese più pronto di quanto non lo fosse a febbraio. Tuttavia ritengo che le capacità offensive del coronavirus si attenueranno ulteriormente in questi prossimi mesi. Lo dovremo contrastare con la prevenzione che bisognerà mantenere alta e con la tracciabilita’ e gli isolamenti. Questi dovranno essere i nostri nuovi strumenti da usare. Non più posti di rianimazione ma un buon funzionamento della medicina territoriale. A questo proposito la prossima riforma della sanità territoriale andrà fatta con urgenza tenendo conto di quanto non ha funzionato e di un nuovo modo di concepire il rapporto ospedale/territorio. In questo contesto sarà fondamentale il nuovo ruolo da assegnare ai medici di medicina generale”.

Quali aspettative nutrite in vista delle regionali del prossimo settembre?

“Le prossime elezioni regionali costituiscono un appuntamento fondamentale per comprendere come può essere pensata e realizzata una nuova area progressista e democratica che possa opporre una linea politica contrapposta a quella nazionalista di una destra che purtroppo ancora oggi si colloca in una posizione estremista e reazionaria. Il Movimento deve comprendere che arroccarsi in posizioni intransigenti e preconcette nuoce al Movimento stesso ed al Paese in quanto non consente la creazione di uno spazio di alternativa democratica. Bisogna provarci con tutte le forze”.