Tumori, lo studio: cure non rendono pazienti vulnerabili verso Covid

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“I tumori neuroendocrini e le terapie correlate non rendono i pazienti più vulnerabili verso il Covid-19.

Le cure anticancro non vanno interrotte. Non sembra emergere alcuna correlazione specifica tra neoplasie neuroendocrine, che in Italia colpiscono circa 3mila persone ogni anno, e il virus da Sars-CoV-2″. E’ quanto riporta un articolo pubblicato da Alleati per la Salute, il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis, che dedica un approfondimento allo studio ‘Intensive’, progetto coordinato dalla Divisione di Oncologia medica gastrointestinale e Tumori neuroendocrini dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, pubblicato sull”European Journal of Cancer’. Si tratta del “primo e unico studio multicentrico internazionale sull’impatto della pandemia su pazienti affetti da queste rare neoplasie”, si legge nell’articolo in merito alla ricerca effettuata dall’Irccs fondato da Umberto Veronesi.

Degli 81 centri contattati in tutto il mondo, 37 hanno espresso interesse a partecipare allo studio e solo 8 avevano reclutato pazienti al momento della prima analisi ad interim, nel marzo 2021. Questi 8 centri hanno reclutato 89 pazienti con diversi tipi e gradi di neoplasie neuroendocrine, tutti con tampone molecolare positivo per Covid-19. La maggioranza dei pazienti aveva malattie concomitanti, soprattutto ipertensione e diabete, e presentava forme metastatiche di tumore neuroendocrino gastropancreatico di basso/medio grado, in trattamento con analoghi della somatostatina e/o terapia radiorecettoriale. Solo nell’8% dei casi la neoplasia era di alto grado e nel 12% era in corso una chemioterapia.

La gravità dell’infezione da Sars-CoV-2 – si legge nell’articolo – non sembrava essere correlata con le caratteristiche del quadro clinico tumorale, hanno osservato gli autori. “Più dell’80% dei pazienti hanno superato un Covid sintomatico, senza postumi particolari, dopo varie terapie, per lo più antibiotici, e 11 sono rimasti addirittura asintomatici – riferiscono gli autori – Soltanto 3 hanno avuto bisogno di terapia sub-intensiva e nessuno di terapia intensiva. Sette pazienti (il 7,8%) sono deceduti a causa di Covid-19, quasi tutti con comorbilità. In due terzi dei casi la terapia anticancro non è stata interrotta”.

Il 2020 ha visto proliferare le pubblicazioni scientifiche in oncologia, molte delle quali hanno riguardato la gestione dei pazienti con cancro durante la pandemia Covid-19 – afferma Nicola Fazio, direttore del Programma Ieo Tumori dell’apparato digerente e neuroendocrini e primo autore dello studio – Le raccomandazioni sono state per lo più di carattere generale o correlate a tipi di cancro molto frequenti. Molti trattamenti oncologici sono stati procrastinati o sospesi. Non era chiaro se fosse adeguato, per le neoplasie neuroendocrine, come per altre neoplasie rare, doversi attenere alle raccomandazioni generali dei pazienti con cancro. Anche pubblicazioni specifiche su neoplasie neuroendocrine e Covid-19, che riportavano pareri di esperti, concludevano rimarcando l’assenza di dati reali di riferimento”.