“L’Europa voleva isolarci, non ci è riuscita, e adesso scopre che l’unica a essere isolata è lei”
Così Marat Bashirov, politologo vicino a Vladimir Putin che nel 2014 fu primo ministro della fittizia Repubblica separatista di Lugansk, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.
Meglio vanno le cose per la Russia a livello diplomatico, più è lontana la pace in Ucraina? “Al raggiungimento di un accordo di pace, secondo me lavorano altri fattori. Con Trump, gli Usa hanno cambiato il paradigma della promozione dei loro interessi.
Che il principale concorrente in tutto il mondo per loro sia la Cina, lo si sapeva da molto. Questo obbliga per forza di cose la Casa Bianca a non considerarci più parte del cosiddetto ‘asse del male’.
Ne consegue che il ‘caso ucraino’ per loro non ha più alcuna valenza. E vorrebbero solo sbarazzarsene”, aggiunge. Quali concessioni potrebbe fare Putin? “Su Nato, territori, dimensioni delle forze armate ucraine, nessuna. È una posizione rigida, e ufficiale. Tutto il resto sono sfumature di grigio”, sottolinea Bashirov.
Che, alla domanda se l’isolamento della Russia sia finito, risponde: “Non da parte dell’Europa. Che infatti è rimasta sola.
Ma il resto del mondo non lo aveva neppure cominciato, Usa compresi. Negli ultimi tempi, le imprese americane hanno occupato determinati settori del mercato in Russia, e lo hanno fatto apertamente, mentre le società europee se ne andavano”.


