Ucraina, Cofferati: “L’idea della resa è priva di senso, finirebbero democrazia e libertà”

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Inviare armi? “Non capisco la contrarietà al fatto che i Paesi dell’Unione europea e, di conseguenza, anche l’Italia, abbiano dato le armi agli ucraini: senza come fanno a difendersi? Pensiamo al nostro passato, alla Resistenza: senza gli aiuti, le armi e l’intervento di altri Paesi non ci saremmo mai liberati dal fascismo e dal nazismo”.

Lo ha detto Sergio Cofferati, ex leader della Cgil, oggi al Corriere della Sera.

“L’idea della resa – ha spiegato Cofferati – è priva di senso. Così finirebbero la democrazia e la libertà. Un’eventualità da scongiurare. Che sinistra è una sinistra che non è solidale con un popolo aggredito e che non cerca di aiutarlo in tutti i modi? Peraltro non è affatto detto che se cedessero su questi diritti – la democrazia e la libertà – gli ucraini avrebbero salva la vita. Gli esempi del passato ce lo dimostrano: se non sei d’accordo, se sei un dissidente, ti privano anche della vita o quanto meno te la rendono molto difficile”.

“In queste settimane – ha aggiunto – l’Europa ha dimostrato una compattezza e una coerenza non scontate, tanto più se si pensa ai rapporti economici e diplomatici che alcuni Paesi della Ue avevano con la Russia. Ora bisogna andare avanti con la stessa coerenza guardando al futuro: bisogna cambiare i trattati, riscriverli, e fare in modo che l’Europa diventi quella immaginata dai padri fondatori, perché attualmente non è così. Non ci possono più essere nella Ue politiche produttive ed economiche diverse.

Lo stesso dicasi per quanto riguarda la materia fiscale. Su questi temi – ha concluso – che sono fondamentali non si può intervenire solo se c’è l’unanimità, come avviene adesso. Si decida a maggioranza, anche assoluta, ma si cambi, altrimenti non si va da nessuna parte”.