In zone come Mariupol spesso abbiamo difficoltà a sentire il nostro personale sul posto, perché mancano i collegamenti internet e la rete telefonica. Se non si interviene immediatamente, oggi, domani, nei prossimi giorni, ci sarà una seria emergenza, si va verso il disastro umanitario”.
“In questo momento, la nostra massima priorità è ottenere di nuove il più rapidamente possibile forniture mediche e farle arrivare ai centri di cura e sulle linee del fronte. Molti ospedali non riescono più a curare i feriti che ricevono soprattutto nelle zone di combattimento. Arrivano a decine anche a centinaia al giorno, ci riferiscono” spiega Wade.
“Ci sono persone che hanno bisogno di ottenere l’insulina o a altri trattamenti per malattie croniche, come l’emodialisi. Ci sono donne incinte che hanno bisogno di un parto sicuro. Ci sono persone con patologie psichiatriche. Ogni cura non di estrema emergenza è stata interrotta, dunque alle vittime delle bombe si aggiungono anche quelle che non sono riuscite più a curare altre malattie. Siamo incredibilmente preoccupati” conclude.



