Ue: bene lo stop al lavoro minorile, il 70% sfruttato nei campi

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“People are abused because they are too young and they’ve got no voice. You know when you’re lonely and you’ve got nobody to talk to and nobody seems to care about your situation, or even ask what you’re going through. It’s whereby people don’t pay attention to the street children, to their needs. “ Aliysha* and her twin sister left home in Zimbabwe to get away from a physically abusive step-father who also kept them from going to school. They ran away to a nearby town, but had to eat food from bins and sleep in bushes. She spent six months working for a woman who then refused to pay her. Her sister eventually left for South Africa to find work and they lost contact. In 2008 Aliysha decided to try to reunite with her sister in South Africa. She was 17. On the way she was sexually assaulted by knifepoint by a man who offered her help with transportation. She eventually made it to Cape Town, but encountered xenophobia there. Aliysha says: “I know a Zimbabwean there whose house was burnt down because they did not want him here. People call us cockroaches. It is a dangerous place to be a child alone.” Aliysha eventually found help at a Save the Children supported children’s centre in Johannesburg. She’s thankful for the care and attention she has received at the centre and says it has helped to heal her. She is now documented and has a job at a local charity shop. She also supports other children at the centre.

Con il 70% dello sfruttamento dei minori che riguarda la produzione di cibo è importante la decisione della Commissione Europea di vietare l’accesso al mercato Ue ai prodotti fabbricati con il lavoro forzato.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la presentazione da parte dell’esecutivo Ue di una ‘Comunicazione sul lavoro dignitoso nel mondo’ che ribadisce l’impegno dell’Unione su un fenomeno che coinvolge 160 milioni di bambini nel mondo, di cui ben 112 milioni impiegati in agricoltura, con una larga parte rappresentata dalla fascia di età tra i 5 e gli 11 anni.

Dalle banane dal Brasile al riso birmano dalle nocciole turche ai fagioli messicani dal pomodoro cinese fino alle fragole dall’Argentina e ai gamberetti tailandesi sono molti i prodotti accusati di essere ottenuti dallo sfruttamento del lavoro minorile secondo l’analisi della Coldiretti sui dati del Dipartimento del lavoro Usa per sfruttamento del lavoro minorile.

Minori che dal Sudamerica all’Asia fino alla vicina Turchia, vengono impiegati per la coltivazione o la produzione di molti cibi che finiscono sugli scaffali dei supermercati italiani ed europei che sono invasi dalle importazioni di prodotti extracomunitari a volte addirittura spacciati per italiani grazie alla mancanza dell’obbligo dell’etichettatura d’origine che interessa ancora circa un quinto della spesa alimentare.

“Abbiamo più volte sollecitato l’Unione Europea a bloccare le importazioni di prodotti alimentari che sfruttano i bambini” afferma il presidente della Coldiretti Prandini nel sottolineare la necessità che “dietro tutti i cibi che arrivano sulle tavole ci sia un percorso di qualità che riguarda la tutela dei minori, oltre che del lavoro, dell’ambiente e della salute. Lo sfruttamento dei minori è un fenomeno intollerabile – continua Prandini – che la crisi causata dalla pandemia Covid rischia purtroppo di rendere ancora più diffuso, ed è dunque importante un cambio di passo a livello comunitario a partire da una maggiore attenzione agli accordi commerciali con quei Paesi dove si sfrutta il lavoro minorile”.