Ue deferisce Italia a Corte di giustizia Ue su pedaggi stradali

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La Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per il non pieno recepimento delle regole comunitarie su pedaggi e diritti di utilizzo per le infrastrutture stradali.

Lo comunica la stessa commissione Ue con una nota, spiegando che a dispetto di una lettera di messa in mora inviata nel maggio 2024 e di un successivo parere motivato dello scorso dicembre, “le autorità italiane non hanno notificato alla commissione la piena trasposizione” delle normative in questione, che era attesa entro lo scorso marzo.

Secondo Bruxelles, Roma avrebbe notificato il recepimento di alcuni aspetti della direttiva in questione, misure che per quanto necessarie vengono ritenute “insufficienti e per questo l’Italia viene deferita la Corte di giustizia dell’Unione europea con la richiesta di imporre sanzioni”.

La direttiva in questione riguarda la tariffazione stradale (direttiva 1999/62/CE) stabilisce norme sui pedaggi calcolati in base alla distanza percorsa sull’infrastruttura e per i bolli di circolazione calcolati in base alla durata di utilizzo dell’infrastruttura. Sebbene gli Stati membri non siano tenuti a recuperare i costi stradali, se lo fanno i diritti devono rispettare i principi dell’Ue chi utilizza paga (gli utenti coprono i costi delle infrastrutture) e chi inquina paga (chi inquina copre i costi esterni quali le emissioni di CO2, l’inquinamento atmosferico e acustico e la congestione del traffico). La direttiva rafforza inoltre le norme dell’UE in materia di non discriminazione di cui all’articolo 18 TFUE.