Ue, Rinaldi (Lega): “Ue non tenga conto di output gap, indice frena crescita Italia”

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Tra le priorità del pacchetto del semestre europeo deve esserci il non tenere conto dell’output gap, un indice che dovrebbe valutare il differenziale della capacità produttiva tra l’economia reale e il suo potenziale

Ma che ha dimostrato di essere parametro oggettivamente non quantificabile, con proiezioni sistematicamente rivelatesi non attendibili e suscitando contestazioni.

È dimostrato che il potenziale di crescita, così come viene rilevato dalla Commissione, incorpora livelli crescenti di disoccupazione e deboli investimenti, vincolando i paesi a politiche fiscali restrittive che a loro volta causano bassa crescita e perciò controproducenti ad abbattere il rapporto debito pubblico/PIL. Lo stesso OCSE calcola l´output gap con un metodo diverso. Il metodo utilizzato dall’Ue ha come ulteriore effetto negativo di determinare la preclusione nel perseguire politiche anticicliche e di sviluppo che deteriorano la stessa stabilità finanziaria creando i presupposti per crisi sistemiche”.

Così Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare della Lega, nel suo intervento durante la commissione Econ per l’audizione dei commissari Dombrovskis, Gentiloni e Schmidt.