Un anno del Conte 2. E di miracoli

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Oggi è un anno dalla nascita del Conte2, o se preferite dalla resurrezione di un premier che doveva scomparire insieme alla maggioranza gialloverde. A quell’epoca la politica italiana non aveva mai visto un Presidente del Consiglio passare in pochi giorni dal campo della destra a quello della sinistra, ma la risolutezza dei 5 Stelle nel blindarlo ha fatto di Palazzo Chigi un presidio talmente solido da resistere persino all’onda d’urto di una pandemia, oltre che dimostrare pure ai più scettici la natura sinceramente post ideologica del Movimento.

A sentire la sguaiata propaganda delle opposizioni e della stampa di complemento, in quest’anno non c’è niente da festeggiare. Il Covid in effetti ha impoverito il Paese e davanti a noi c’è un orizzonte preoccupante, ma se pensiamo a dove saremmo nel caso in cui a gestire l’emergenza avessimo avuto i negazionisti del virus tanto cari alla destra, adesso dovremmo tenere compagnia a Berlusconi in ospedale e a Briatore in quarantena. E non finisce qua. Conte e la maggioranza giallorossa hanno resistito a quel mondo economico che non voleva sentirne di fermare la produzione, sul modello di quanto predicavano Trump e Bolsonaro in aree del mondo che chissà come mai sono oggi tra le più contagiate del mondo.

Grazie a Conte sono rimasti a bocca asciutta i sovranisti che neppure si sarebbero potuti sedere al tavolo del Recovery Fund, e così saremmo stati costretti a prendere quel Mes che non vogliono neppure Salvini e la Meloni. Certo, Conte ha deluso quei poteri forti che gli preferirebbero Draghi e le prebende di una tecnocrazia forgiata sui valori della finanza, ma il Governo che ha guidato in questo anno l’Italia ha realizzato la più alta mediazione possibile tra la solidarietà verso chi è stato lasciato per troppi anni indietro e il mondo delle imprese. Una scelta che ha già ripagato lo sforzo, perché non disporre di strumenti come il Reddito di cittadinanza nel mezzo della pandemia ci avrebbe esposto anche a probabili tensioni sociali. Ovviamente di cose da fare ce ne sono tante altre, ma oggi questo compleanno merita se non gli auguri almeno un Grazie.                                                                                                                   di Gaetano Pedullà