UN PAESE CHE NON SPENDE PIÙ PERCHÉ NON PUÒ PERMETTERSELO…

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Lady pushing a shopping cart in the supermarket.
Non serve un economista per accorgersene. Basta entrare in un supermercato.
I dati 2022-2023 ci dicono che il volume delle vendite nella grande distribuzione è crollato tra il 4 e il 6 per cento.
I discount, che dovrebbero essere l’ultimo rifugio delle famiglie in difficoltà, segnano un meno 7 per cento.
La carne fresca scende del 10 per cento, il pesce del 12, la frutta e la verdura oscillano tra il meno 8 e il meno 14 per cento. L’ortofrutta registra il calo più violento degli ultimi vent’anni. Anche i prodotti considerati intoccabili cedono: pasta meno 3 per cento, latte meno 5, beni per l’infanzia meno 8.
Questi numeri hanno nomi e volti. Sono la madre che sceglie la carne più economica e la pesa due volte prima di metterla nel carrello. Sono il padre che rinuncia al pesce fresco perché costa troppo. Sono i bambini che non vedono più frutta a tavola tutti i giorni. Non è austerità.
È povertà che avanza, casa per casa, carrello per carrello. È un Paese che non compra più perché non può più comprare

Fiorello Macellari