Ho firmato la lettera aperta per l’introduzione del #RedditoUniversale, a cui si accede cioè per diritto di nascita. Un tema a cui sono molto affezionata come attivista e portavoce #5stelle e che in questi giorni è stato rilanciato con un appello a tutti i Governi del mondo firmato da 500 intellettuali e accademici che hanno chiesto di far partire questo strumento fondamentale per fronteggiare le ricadute sociali ed economiche del post emergenza #coronavirus.
È inutile fare finta di niente: quando questa #pandemia sarà finita, o perlomeno la sua fase più acuta, ci toccherà contare, oltre alle vittime, quanti avranno perso il #lavoro a causa dello stop delle attività produttive resosi necessario per contenere i contagi.
Come già sto sostenendo da tempo, il coronavirus ci dà l’occasione di ripensare l’attuale paradigma sociale ed economico. Abbiamo davanti a noi una #crisi che può diventare una grande #opportunità di cambiamento. Oggi è il coronavirus a spingerci a parlare di Reddito Universale e della necessità di far cadere i vecchi schemi dimostratisi fallimentari.
Ma già qualche anno fa, in tempi non sospetti, era il MoVimento 5 Stelle ad averne previsto la necessità, non certo per una pandemia ma in vista della progressiva #automazione dei processi produttivi: ovvero le macchine sostituiranno sempre di più i lavoratori, come di fatto sta avvenendo, fino a far scomparire il lavoro salariato.
Nel 2017 alla Camera ne abbiamo parlato con il sociologo Domenico De Masi con la presentazione del dossier “Lavoro 2025” in cui veniva appunto tracciato questo scenario. E, ancora prima, era Beppe Grillo ad avere il coraggio di farlo, proponendo il Reddito Universale come estensione generalizzata del #RedditodiCittadinanza.



