Una marea umana si è riversata in piazza e nelle strade della capitale ungherese sfidando apertamente il divieto di Orban, per celebrare il Pride lì dove è vietato farlo, dove si rischia l’arresto, le manganellate della polizia o un agguato dell’estrema destra, che ha bloccato il ponte e cercato di boicottare in ogni modo la marcia arcobaleno.
E molti di questi partecipanti sono italiani, migliaia di membri della comunità Lgbtqi+, partiti con ogni mezzo per esserci, per metterci il proprio corpo, la propria pelle, per ribadire che famiglia è ovunque ci sia amore.
Un plauso a tutti i politici che oggi sono lì in corteo. Questa è una battaglia di tutti, e senza colore, o almeno così dovrebbe essere in un mondo civile.
Noi non ci arrenderemo mai.
Se ne facciano una ragione.


