“Una vita che non fa più rumore”, la dedica Rap di GioGio alla Mamma dall’IPM di Roma

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«Tranquilla mamma, hai fatto un uomo»: da Casal del Marmo, il pezzo rap del diciottenne che racconta l’affetto per una madre lontana e il potere della musica come arma di riscatto personale

Roma – Arriva dall’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo l’ultima testimonianza della capacità di sublimazione e del valore terapeutico della musica per i ragazzi e le ragazze detenuti negli Istituti Penitenziari Minorili.

Registrato nel contesto dei laboratori rap di CCO – Crisi Come Opportunità, “Una vita che non fa più rumore” è il pezzo rap che GioGio (nome di fantasia, ndr) ha dedicato alla madre, rimasta in Egitto, con la promessa di costruirsi un futuro tranquillo nonostante gli errori.

Tranquilla mamma, hai fatto un uomo, canta l’appena diciottenne, emigrato da solo, a 15 anni, e sbarcato in Italia nel 2023. Nella musica ha trovato una valvola di sfogo alla sofferenza della lontananza e al rimorso per gli sbagli commessi con il solo fine di mandare un po’ di plata a casa.

Passato di comunità in comunità, GioGio è arrivato a Casal del Marmo a dicembre 2024. La musica lo ha accompagnato in tutto il suo percorso: «ho sentito il rap per la prima volta da un giovanissimo artista egiziano», spiega. «Arrivato in Italia, ho iniziato ad ascoltare Baby Gang, un rapper italo-marocchino, e il suo “Benvenuto in Italy” mi ha accolto sia nel paese che nel sogno della musica. Mi sono detto anch’io voglio fare rap».

Malinconia alternata a speranza per il futuro, tra le strofe del pezzo registrato nell’IPM di Roma: ti sento accanto, in questo silenzio, canta il rapper alla madre, spero un domani di trovare il sole. Grato di avere la possibilità di scrivere e registrare anche in carcere, GioGio si sente fortunato ad avere accanto formatori che l’hanno fatto crescere, artisticamente e umanamente. «Quando ho cantato il pezzo a mia madre in videochiamata, tradotto in arabo, si è commossa molto. La voglia di riabbracciarla è ciò che mi fa andare avanti: voglio dimostrarle che sono cambiato».

Sono 569 i minori e i giovani adulti detenuti negli istituti penitenziari italiani, il dato più alto registrato negli ultimi 10 anni[1]. Per CCO – Crisi Come Opportunità, è vitale fornire ai ragazzi e alle ragazze in custodia della giustizia degli stimoli concreti per affrontare quello che vivono in serenità e vedere delle opportunità nel proprio futuro.

«Le emozioni e le esperienze più forti, se inespresse, diventano bombe a orologeria destinate a esplodere. Quando una cosa viene raccontata si riesce a guardarla dall’esterno, giudicarla e capirla» spiega Lucariello, rapper senior, socio e formatore dei laboratori rap di CCO insieme a Kento, artista rap a stretto contatto con i giovani dei laboratori, che aggiunge: «La musica è in grado di offrire nuove opportunità a ragazze e ragazzi che pensano di non averne più».

I laboratori rap negli IPM italiani sono organizzati dall’Associazione CCO – Crisi Come Opportunità nel contesto del progetto Presidio Culturale Permanente, nato per supportare giovani in momentanea difficoltà – tramite l’arte e la musica – per concentrare le loro energie nella costruzione di un significato concreto di realizzazione.

[1] Dati Ufficiali Antigone Onlus, Dossier sull’emergenza negli Istituti penali per minorenni “Ad un anno dal decreto Caivano”, Ottobre 2024

Una vita che non fa più rumore – GioGio
IPM Casal del Marmo di Roma

Prod. Noy Music, Mix&Master 1989

Si ringrazia il Direttore dell’IPM Casal del Marmo di Roma, Giuseppe Chiodo. Il Comandante e tutto il personale di polizia penitenziaria. Un ringraziamento speciale all’area educativa, alle educatrici e educatori delll’IPM. Il contenuto è stato realizzato con il contributo di Fondazione Alta Mane Italia, Fondazione San Zeno, Fondazione con il Sud, IP Gruppo api, Studio Tiss, Ministero della Giustizia.