La crisi economica e finanziaria in atto nel Paese dei Cedri, che il Covid ha acuito e che la classe politica non riesce ad affrontare, ha ormai provocato uno scontento intollerabile, che sfocia spesso in forme di protesta e insofferenza sempre più tragiche.
L’impennata dei prezzi e la disoccupazione diffusa hanno fatto cadere migliaia di famiglie in un povertà definita “multidimensionale” – un concetto che considera un’ampia gamma di privazioni – compromettendo gravemente la capacità di provvedere ai bisogni primari dei figli.
Gran parte dei progressi compiuti per il raggiungimento dei diritti fondamentali dei bambini – tra cui il diritto alla salute, all’istruzione, alla protezione, al gioco e allo svago – sono stati erosi dalla crisi economica e dall’impatto della pandemia.
Alcuni dati emersi: l’84% delle famiglie non aveva abbastanza denaro per coprire le necessità; il 38% delle famiglie ha ridotto le spese per l’istruzione, rispetto al 26% dell’aprile 2021; il 60% ha ridotto le spese per le cure sanitarie, rispetto al 42% dell’aprile 2021; il 70% delle famiglie è costretto a chiedere un prestito per il cibo o ad acquistare alimenti a credito; il 36% delle persone che si occupano dei bambini si sente meno tollerante nei loro confronti e li tratta con maggiore severità.


