Al primo test del mercato dopo il crollo di Credit Suisse (CS), che ha visto l’azzeramento delle sue AT1 e ha sollevato seri interrogativi sul valore di queste obbligazioni come strumento di capitale, Unicredit ha rassicurato tutto il segmento comunicando che eserciterà l’opzione di rimborsare anticipatamente un’obbligazione da 1,25 miliardi
Il bond perpetuo era stato emesso il 22 maggio 2017 e, ottenuta nei giorni scorsi l’autorizzazione della Banca Centrale Europea, verrà rimborsato integralmente alla pari insieme agli interessi maturati e non corrisposti il 3 giugno.
Il timore degli investitori era quello che il caso CS potesse diventare un pericoloso precedente facendo scivolare le AT1 all’ultimo posto della gerarchia dei rimborsi in caso di fallimento. Altra fonte di preoccupazione era stata, nei giorni scorsi, la decisione di due istituti tedeschi di non esercitare la prima opzione di richiamo su due strumenti ibridi.
Questi timori avevano fatto impennare i costi d’emissione degli AT1: a marzo i rendimenti dell’indice Bloomberg globale di obbligazioni AT1 avevano toccato il massimo storico del 15,4% scendendo via via all’11,4%, ma sempre al di sopra dei livelli precedenti al tracollo della Silicon Valley Bank.
Il rimborso delle obbligazioni AT1 è un buon modo per infondere fiducia nei mercati a condizione che le banche abbiano capitale sufficiente, come nel caso di UniCredit. Gli investitori rimasti scottati dai pesanti ribassi degli Etf CoCo possono ora tirare un sospiro di sollievo in quanto la situazione su questo tipo di strumenti sembra in via di normalizzazione.



