Uno delle principiali intuizioni di Gianroberto fu quella di applicare la “Strategia dell’Oceano Blu” al mondo della politica

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Il primo – quello rosso – era il mondo dei partiti e delle coalizioni, quello in cui tutti la maggior parte di attori si focalizzavano da tempo, dove vigeva una continua lotta tra i competitor per aggiudicarsi una maggiore fetta di domanda e all’interno del quale c’era una limitata innovazione.
E poi c’era il secondo: un immenso ed inesplorato Oceano Blu dove, al contrario, era presente un mercato incontrastato, un luogo nel quale sarebbe stato possibile realizzare qualcosa di completamente nuovo, ridefinendo i confini stessi delle “regole del mercato”.
L’Oceano Blu era il contesto ideale nel quale far veleggiare un’idea distruptive per il mondo della politica italiana: un movimento di cittadini orizzontale e privo di gerarchie che avrebbe tratto la sua origine dalle Reti digitali e che, senza utilizzare fondi pubblici e mettendo in campo temi e battaglie incisive e diverse da tutti gli altri partiti, sarebbe riuscito nell’impresa di rendere questi ultimi obsoleti.
La capacità di fondere conoscenza, pensiero profondo e immaginazione con l’audacia e la concretezza dell’azione sarebbe stata la peculiarità rara di Gianroberto nel panorama di intellettuali dell’epoca e che avrebbe concorso a rendere possibile questa direzione.
E così è stato.
Gianroberto è riuscito a ottenere risultati impensabili che hanno saputo ribaltare la convinzione che le proposte politiche per funzionare debbano limitarsi a modelli di pensiero prevalenti.
Questa è stata la sua forza: pensare fuori dalle dinamiche spicciole che oggi danno bella mostra di sè sul palcoscenico della politica nazionale.
Dopo 17 anni dalle sue intuizioni e a 6 anni dalla sua scomparsa, l’Oceano Rosso oggi è diventato sempre più rosso. Tutti gli attuali protagonisti politici (le cui gesta al Governo rendono imbarazzante per gli italiani svegliarsi la mattina e leggere un giornale) stanno affollando, ogni giorno di più, un oceano rosso che sta diventando sempre più piccolo.
E mentre si affrettano a sottrarsi reciprocamente minuscoli spazi di consenso producendo prodotti elettorali ormai indistinguibili sullo scaffale delle proposte politiche, cresce a dismisura l’Oceano Blu nel quale navigano invece milioni e milioni di astensionisti che, non riconoscendosi in nessuno degli attuali partiti politici, preferiscono abdicare al proprio diritto di voto piuttosto che votare il meno peggio.
Il tema politico per me è qui.
Al di là delle beghe di palazzo alle quali stiamo assistendo (e i cui protagonisti nella stragrande maggior parte dei casi finiranno nel dimenticatoio tra pochissimi mesi), lo spazio dove si giocherà la vera partita potrebbe essere – come avvenne nel 2013 – l’insospettabile e imprevedibile Oceano Blu.