Vaccini, tribunale dell’Ue boccia von der Leyen sul Pfizergate

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epa11594262 European Commission President Ursula Von der Leyen (R) receives the final report on the future of EU competitiveness from former Italian prime minister Mario Draghi during a joint press conference, in Brussels, Belgium, 09 September 2024. Von der Leyen had announced the commissioning of this report to the former Italian prime minister Draghi in her speech on the 2023 State of the Union, when she made the future of Europe's competitiveness a priority, and committed to further reduce administrative burden and strengthen the Single Market. EPA/OLIVIER HOSLET

Il Tribunale dell’Ue ha annullato la decisione della Commissione europea che nega a una giornalista del New York Times l’accesso ai messaggi di testo scambiati tra la presidente Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla.

Con una domanda fondata sul regolamento relativo all’accesso ai documenti – ricostruisce la Corte Ue – Matina Stevi, giornalista impiegata presso il quotidiano The New York Times, ha chiesto alla Commissione europea di dare accesso a tutti i messaggi di testo (SMS) scambiati tra la presidente Ursula von der Leyen e Albert Bourla, amministratore delegato di Pfizer, tra il 1° gennaio 2021 e l’11 maggio 2022. La Commissione ha respinto tale domanda affermando di non essere in possesso dei documenti oggetto della domanda. Stevi e il New York Times hanno chiesto al Tribunale dell’Unione europea di annullare la decisione della Commissione. Nella sua sentenza, il Tribunale accoglie il ricorso e annulla la decisione della Commissione.
Pfizergate

Con il termine Pfizergate si fa riferimento allo scandalo che ha coinvolto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e la società farmaceutica americana Pfizer in merito all’approvvigionamento di vaccini contro il COVID-19 . La controversia si concentra sulla mancanza di trasparenza nei processi di comunicazione e negoziazione per l’acquisto di un numero significativo di dosi di vaccino durante la pandemia di COVID-19.