Vaffanquorum…

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Ormai il fossato tra cittadini e politica è talmente profondo da far temere per la stessa democrazia. Le classi dirigenti addossano tutte le colpe a cittadini sempre più menefreghisti ed ignoranti, ma non è così. Certo, siamo in piena pandemia egoistica e sempre meno persone vedono al di là del proprio orticello. Se hanno un tornaconto dalla “cosa pubblica” bene, altrimenti stanno alla larga e la vedono solo come un ostacolo ai propri disegni.

Egoismo e quindi affari propri first, materialismo e quindi orizzonti solo materiali e atomizzazione sociale e cioè ognuno perso nel suo piccolo mondo a parte. Ma a ben vedere, le classi dirigenti si comportano allo stesso modo dei cittadini. Sono solo dall’altra parte della staccionata. Ai vertici di paesi come l’Italia girano le stesse facce da decenni e questo nonostante risultati disastrosi. Politici, giornalisti, manager, burocrati. La stessa ristretta cerchia riciclata all’infinito. Una meritocrazia al contrario. Più sei mediocre più arrivi ai vertici e galleggi a vita.

E questo grazie ad una sorta di mafia culturale in cui conta accodarsi alla cordata giusta ed inchinarsi al barone di turno, conta coltivare rapporti strategici e pensarla in modo da servire un gruppo o un sistema che premia per definizione che gli garantisce continuità. Una cappa anche culturale che impedisce ad una società in continua evoluzione di esprimersi finendo così per alimentare un drammatico fossato tra lorsignori ed un popolino che esausto si rifugia nell’indifferenza. Ormai siamo ad una crisi della politica talmente grave da essere diventata una crisi democratica.

Perché senza popolo, la democrazia non ha senso. Diventa una oligarchia partitica e lobbistica, con due blocchi di potere che si alternano sulle poltrone nell’indifferenza generale. Una degenerazione ancora più grave da quando sono crollate le ideologie e siamo piombati nel pensiero unico neoliberista e quindi i due blocchi sono due facce della stessa medaglia arrugginita

. Cambiano giusto i ducetti mediatici che sfruttano le bolle per farsi un giro di giostra. Fatti. In paesi come l’Italia è arrivato al potere il governo più a destra dei tempi del ventennio, eppure al di là di provocazioni e forzature anacronistiche e facilmente rimediabili, nella vita reale dei cittadini non è cambiato nulla se non il prezzo delle bollette. Ed è per questo che molti si sono convinti che seguire e votare non serve più a nulla. I partiti ci aizzano gli uni contro gli altri, ma poi una volta nei palazzi sono schiavi dei mercati finanziari, degli interessi di qualche lobby, del conformismo carrierista, di qualche conclave oltralpe, della burocrazia sempre più elefantiaca

. Ed invece di cambiare il sistema neoliberista, si limitano a cavalcarlo. E questo anche perché privi di slancio ideale, di capacità e anche di interesse a riformare un sistema che in fondo li ha premiati e pure generosamente. Molti cittadini non seguono e non votano più perché sono stati presi in giro troppe volte. Si son bevuti le promesse elettorali, hanno votato e poi alla fine sono stati traditi e abbandonati a se stessi. E checché ne pensino lorsignori, la credibilità è come la verginità. Una volta persa è per sempre. E se lorsignori si fanno gli affari propri, i cittadini fanno altrettanto ed evitano pure di farsi il sangue amaro. Una crisi politica talmente grave da essere diventata di sistema. In democrazia le classi dirigenti devono rispecchiare la società e non viceversa. E dato che la società è in continua evoluzione, lo devono essere anche le classi dirigenti affinché riescano a tenere il passo. Se l’Italia è un paese fermo e in perenne crisi anche esistenziale, è proprio per colpa della cappa anche culturale che la opprime. Basti pensare alla rappresentanza politica e mediatica che hanno gli oltre cinque milioni di immigrati in Italia oppure le nuove generazioni digitali ed europee o il sottoproletariato.

Siamo poi in balia di classi dirigenti anche culturalmente stantie e locali in un mondo sempre più dinamico e globalizzato. Il ricambio è un essenziale elemento di igiene democratica e se in paesi come l’Italia non avviene è perché le classi dirigenti sono vittime della stessa pandemia egoistica che colpisce molti cittadini. Anche lorsignori mettono prima se stessi e una volta arrivati in cima non mollano più i loro posti al sole anche quando sanno di essere dannosi alla collettività. E se il paese va a rotoli è colpa di qualche nemico o dei poveri cristi che esasperati non li cagano più. Troppo comoda.

Checche ne dicano lorsignori, il cuore pulsante di un paese è per strada, non nei palazzi o negli studi televisivi. E se evolve la società, deve evolvere anche chi la rappresenta. E checché ne pensino gli egoisti di ogni classe sociale, solo insieme possiamo costruire un mondo migliore. Il cambiamento parte da noi e in democrazia abbiamo tutti il dovere morale di partecipare.

Tommaso Merlo