Un nuovo studio italiano inviato a Lancet Infectous Disease ma non ancora pubblicato, completa la carta d’identità genetica del lignaggio emergente di Mpox, il Clade 1b. Il nuovo ceppo sembra evolvere più rapidamente rispetto al clade principale 1, ma il tasso di mortalità resta inferiore. Seppur in grado di diffondersi oltre i confini della Repubblica Democratica del Congo e addirittura fuori dall’Africa, non ha soppiantato quello ancestrale e, dunque, è ancora possibile controllarne la diffusione. Ma va fermato ora, avvertono i ricercatori.
La composizione genetica del nuovo ceppo
“Il nostro studio ha avuto l’obiettivo di analizzare la composizione genetica del nuovo lignaggio emergente di Mpox, il Clade 1b”, spiega l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, autore del lavoro insieme al collega del Campus Bio-Medicodi Roma Francesco Branda e a Fabio Scarpa, del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari. “Le nostre analisi hanno mostrato che tutti i genomi appartenenti al clade 1b presentano un gruppo con un unico antenato comune che evolutivamente è distante dai membri del clade 1a. I componenti del clade 1b sembrano evolvere più rapidamente rispetto al clade principale”, il ‘genitore’ Clade 1.
Secondo Ciccozzi, “questo modello evolutivo non sorprende se si considera che la clade 1b attualmente è associata a un tasso di mortalità inferiore rispetto al clade 1a. Queste caratteristiche migliorate – sottolinea – conferiscono al nuovo lignaggio una maggiore ‘fitness’ che probabilmente le ha garantito la capacità di diffondersi oltre i confini della Repubblica Democratica del Congo (a luglio Kenya e Uganda) e addirittura fuori dall’Africa con i due casi recenti di Svezia e Tailandia. In ogni caso, in Africa, il nuovo lignaggio – rileva l’esperto – non ha soppiantato quello ancestrale, che muta meno ed evidentemente è maggiormente adattato all’ambiente e all’ospite.



