Valérie Perrin – Tatà – Roma, Edizioni E/O, 2024. 605 p. (277)

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A distanza di tre anni dall’originale e simpatico romanzo “Cambiare l’acqua ai fiori” Perrin torna con questa terza pubblicazione intitolata “Tatà”, uscita il 19 novembre dello scorso anno per le Edizioni E/O

Un romanzo raffinato, intrigante, coinvolgente e profondo in cui Agnès protagonista narratrice –regista, nipote di una donna apparentemente senza storia, Colette – coinvolge il lettore fin dalle prime righe, allorquando rimane senza parole quando le dicono del decesso della zia. Non è possibile: zia Colette è morta tre anni prima, e dopo regolare funerale riposa nel cimitero di Gueugnon, in Francia, con il suo nome sulla lapide.

Grazie a vecchi amici, fortuite testimonianze e soprattutto una misteriosa valigia piena di audiocassette, Agnès ricostruirà l’intera storia – con molti misteri e sorprese inaspettate – di una famiglia, la sua, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile ad una serie di vicissitudini ed orrori incredibili, all’unica sopravvissuta di una famiglia ebrea deportata e sterminata dai nazisti, alle vicende di un celebre pianista e a quelle della figlia di un assassino senza scrupoli, agli obbrobriosi maneggi di un insospettabile pedofilo ed appunto a Colette – che senza storia proprio non è… – ed al suo apparente unico interesse, il tifo sfegatato per la locale squadra di calcio, il FC Gueugnon, ma con molto altro di insospettabile nascosto.

Un intreccio di misteri e rivelazioni che rende a nostro avviso questo libro imperdibile per gli amanti delle storie profonde e ricche di colpi di scena. Un esempio per spiegarci meglio: nelle pagine 525/528 troviamo una “chiave” di lettura di tutte le vicende che apre la mente; allora è stato istintivo ritornare a leggere alcune pagine precedenti con episodi da rivedere sotto la nuova luce.

Per tre anni Colette ha fatto credere a tutti di essere morta; come ha fatto? È l’inizio di un’indagine a ritroso nel tempo che ci trascina in un intreccio di storie, personaggi e colpi di scena raccontati nel suo stile fatto di ironia, delicatezza e profondità ma anche di disincanto, sensibilità e palpitanti coinvolgimenti.

Zia Colette, la calzolaia, è morta due volte per vivere come voleva lei e raccontarci qualcosa di noi attraverso se stessa, col suo passato segreto, verità nascoste e legami drammatici e attraverso di tutti i ceti sociali gli altri personaggi di tutti i ceti sociali che la circondano.

Tatà è un forziere di emozioni che una volta aperto non finirà mai di stupirci; Agnès è figlia di una grande violinista, Hannah, e di un virtuoso pianista, Jean Septembre, fratello di Colette/Tatà/Cocò – ma “figlia parziale”: leggete il libro per capire il perché -, Agnès, regista delusa ed oggi scrittrice, ha una figlia, con il famosissimo attore ed ex marito Pierre, che studia anch’essa pianoforte.

Ci sono poi altri personaggi affascinanti e ben caratterizzati dalla bravissima Perrin, che “minori” non sono se ben si osservano le loro caratteristiche e e i loro comportamenti, tra cui si distinguono il bruto trasformista Levgueni/Sudkowski/Soudoro/Socha, la candida ed oppressa sua figlia Blanche, il buono ed altruista calzolaio marocchino Mokhtar, l’imprevedibile e poco esposta Zeȉa, sorella minore dello sfortunato e sensibile Lyèce, “quel pezzo di merda” di Charpie, …ed un pianoforte Steinway che parla poco ma suonerà molto ed eseguirà divinamente famosissimi pezzi classici!

Leggiamo mediamente 15-20 libri l’anno, pochini, insieme ad altro ed allo scrivere, ma tali da farci dire che questo romanzo è tra i migliori degli ultimi 5 anni e ci sentiamo di consigliarlo a chi ama storie di viva e trepidante, profonda e sensibile umanità, scritto molto bene (tranne per quel saltabellare di qua e di là che, pur nella sua modernità, non ci è mai piaciuto) da una scrittrice che sa ben scendere e scavare nell’animo umano, tirando fuori tutto il peggio ed il meglio della libertà che la natura ha ingenuamente fornito senza prevedere l’uso che gli individui ne avrebbero fatto.

Valérie Perrin è autrice di quattro romanzi. Il suo primo libro, Il quaderno dell’amore perduto, ha vinto il premio Choix des Libraires Littérature 2018, oltre a una decina di premi nazionali. Cambiare l’acqua ai fiori, suo secondo romanzo, ha vinto diversi premi, tra cui il Prix Maison de la Presse 2018, ed è stato un successo internazionale. La terza opera pubblicata dall’autrice, Tre, ha vinto il premio Babelio nel 2022.

In totale, i libri di Valérie Perrin hanno conquistato più di 3 milioni di lettori francesi e sono stati tradotti in 40 lingue. In Italia i suoi libri hanno venduto oltre 1.500.000 di copie.

Le Figaro l’ha inserita nella lista degli autori francesi che hanno venduto più libri nel 2019 e nel 2022.

franco cortese

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