In queste ore mi state chiedendo un pensiero sulle parole pronunciate da Vannacci a Foggia e a San Marco in Lamis. E lo capisco. Perché quando un europarlamentare viene nel tuo territorio e invece di parlare di lavoro, servizi, giovani, ambiente… si mette a insultare intere categorie di persone, è normale indignarsi.
Mentre io ero a battermi nelle commissioni del Parlamento europeo e all’Aia, concretamente, contro il riarmo e per un’Europa di pace, lui era in Puglia a dire che “i gay dovrebbero essere mandati al fronte”. Testuali parole. Con tanto di aggiunta: “normali non lo siete”.
Davvero, nel 2025, dobbiamo ancora stare a commentare queste uscite? Davvero un rappresentante delle istituzioni può permettersi di umiliare così milioni di cittadini, solo per strappare qualche applauso facile?
Io penso di no. Penso che chi ha avuto l’onore di essere eletto in Europa debba usare il suo tempo per portare risorse, diritti e soluzioni al territorio. Non per fare comizi da caserma e lanciare provocazioni degne di un cabaret di bassa… “lega”, appunto.
Foggia e il Gargano meritano rispetto, non parole d’odio. Meritano attenzione vera, non la passerella di chi passa, offende e se ne va.
In Europa, in prima fila, sempre.
Per gli ultimi, per i diritti civili, per chi non ha voce. Contro l’odio, contro le discriminazioni, contro chi sogna un’Europa fatta di esclusione e privilegi.
E lo faremo, nonostante i Vannacci di turno e chi lo applaude. Perché nessuno deve essere lasciato indietro.


