Cominciamo dalla prima. Sì mormorava di dazi al 10% e lei corse, anzi volò a Washington. Nemmeno a Washington per la verità, volò a casa del suo amico Trump. “Ci penso io” disse, mentre i suoi megafoni, a cominciare da Bocchino, sparavano amenità tipo: “non vi preoccupate c’è lei, siamo in buone mani”.
Trump la accolse con tutti gli onori, la fece mettere a 90 gradi e senza abusare di lei (pare che a Trump lo attizzino cose migliori), la fece impegnare per un migliaio di anni ad arricchire l’America con il culo degli italiani. Lei, ovviamente (il culo non era il suo), acconsentì. E, a proposito di culi, ieri l’Eni ha firmato un accordo per 30 anni, per comprare gas liquido dagli americani, a quattro volte quanto ci costava quello russo. Gas da rigassificare, quindi ancora più costoso e inquinante.
I russi, come si sa, sono cattivi, Trump invece è una pecorella, ma a mettersi alla pecorina siamo stati noi. Anzi la Meloni, senza rischio che la posizione attizzasse qualcuno. Noi, invece di dire “aumentiamo le tasse alle big tech” (cosa che, peraltro, la Meloni predicava da anni), per opera della stessa Meloni, sempre in posizione da 90 gradi, le tasse alle big tech le azzeriamo. E cazzo, se no cosa diamo a Trump in contropartita all’aumento dei dazi?
Non contenta, la Meloni, in piena sindrome da arricchimento dei gringos, sindrome agevolata dalla prefazione di Trump Jr. al suo libro da vendere negli states, unica cosa che con il culo degli italiani c’entra nulla (i soldi li prende solo lei), si impegna per dieci anni a comprare armi con la modica spesa di circa 450 miliardi. Armi al 60, 70% prodotte dagli americani.
E che sarà mai, il culo degli italiani è produttivo. Ma non è finita qui.
Entra in campo la Von der mierden. E lei sì, sa come trattare. Mentre la Meloni faceva festa per dazi al 10%, Trump, dopo che gli aveva messo un indice sulla testa come per dire “questa è la tipa”, rilancia con dazi al 30, 40, 1750%. Bocchino in preda di una crisi di nervi insieme a qualche elettore pentito di aver votato la cosa più insulsa a ovest dell’est. E, quindi, parte la trattativa europea.
La Von der cacchen rifiuta la pecorina classica e si accomoda con una pecorina a 93,5 gradi col sorriso. Trump la vede e scappa al bagno. Al suo rientro la Von der stronzen si dà un giro di lacca e gli dice: “sono disposta a tutto”. Trump ritorna al bagno. E con un aggeggio telescopico, da una quindicina di metri, le presenta il conto e le intima: dazi al 15%, acciaio e alluminio al 50.
la Von der puzz
en si dà un altro giro di lacca, quello che la fa più sexy e, in preda a un’eccitazione incontenibile gli urla: “600 miliardi di investimenti europei in Usa e ti compro tutte le armi che produci. Ma una botta?” Tutto con il culo degli europei. Trump, che scemo non è, prende tutto e niente botta. Nel frattempo Bocchino si faceva ritoccare l’occhio destro. Insomma dazi al 15% e fettine di culo a disposizione degli americani. E il culo degli italiani e degli europei? Danneggiato, hermanos, molto danneggiato.
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