Vendite al dettaglio, crollo ad aprile. La preoccupazione di esercenti e consumatori

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tiene il settore alimentare delle vendite al dettaglio, che segna un aumento del +0,6% e quello del commercio online, che segna un exploit del +27,1%
Le vendite al dettaglio risentono di un calo del 10,5% nel mese di aprile rispetto a marzo. È quanto afferma l’ Istat Ad aprile che ha presentato oggi i dati sulle stime dell’ andamento del commercio. Tiene il settore alimentare, che segna un aumento del +0,6% e quello del commercio online, che segna un exploit del +27,1%, segno che le nostre abitudini di consumo sono cambiate radicalmente in occasione della pandemia. I cittadini hanno messo al bando tutti i consumi non alimentari , da un lato perché in larga parte impossibilitati ad effettuarli, dall’ altra perché la fase di incertezza ha sicuramente indotto a rinunciare ai beni non ritenuti strettamente necessari e indispensabili, fatti salvi i consumi consolatori. Il calo dei beni non alimentari Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano infatti variazioni tendenziali negative per tutti i gruppi di prodotti. Le diminuzioni maggiori riguardano calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-90,6%), mobili, articoli tessili e arredamento (-83,6%), abbigliamento e pellicceria (-83,4%) e giochi, giocattoli, sport e campeggio (-82,5%), mentre il calo minore si registra per i prodotti farmaceutici (-3,5%). Rispetto ad aprile 2019, il valore delle vendite al dettaglio diminuisce del 16,4% per la grande distribuzione e del 37,1% per le imprese operanti su piccole superfici. Le vendite al di fuori dei negozi calano del 45,2% mentre è in deciso aumento il commercio elettronico (+27,1%). Esercenti preoccupati Le conseguenze del lockdown emergono in maniera forte e chiara. I cali delle vendite, secondo Confesercenti sono un drammatico segnale per imprese e famiglie che cercano di adattarsi ad un contesto davvero molto incerto. I dati confermano un paese più povero , dove il risparmio precauzionale potrà portare a un downgrade della spesa da un punto di vista qualitativo e quantitativo, probabilmente con una maggiore incidenza dei prodotti di base, dei formati distributivi più economici, e la contestuale accelerazione delle vendite online. In questo quadro, è a rischio la tenuta del tessuto di esercizi di vicinato. Per questo, tamponata l’ emergenza, Confesercenti si rivolge al Governo e chiede “un piano di rilancio dedicato al commercio di prossimità con strumenti su misura per gli esercizi di quartiere ed un intervento significativo sulla tax per favorire un riequilibrio della concorrenza tra i canali distributivi”. Codacons: “Caporetto delle vendite al dettaglio” Per il Codacons non ci sono dubbi, si tratta di una “Caporetto” per il commercio italiano. “Di fronte a questi dati disastrosi una parte del commercio sta reagendo aumentando prezzi e tariffe per rifarsi delle minori vendite degli ultimi mesi e dei maggiori costi legati al coronavirus – dichiara Carlo Rienzi, presidente del Codacons – Una scelta scellerata che impedirà di far tornare gli acquisti ai livelli pre-Covid deprimendo i consumi, e che il Governo deve stroncare subito con sanzioni verso chi rincara i listini al dettaglio”. UNC: “Preoccupa il rapporto con il resto dell’ Europa” L’ Unione Nazionale Consumatori commenta i dati in un’ ottica europea ed evidenzia che “Rispetto al resto d’ Europa, se la caduta mensile delle vendite totali in volume, pari a -11,4%, è apparentemente in linea con la media Ue, pari a -11,1% e dell’ Eurozona (-11,7%)”. Tuttavia, precisa Massimiliano Dona, presidente UNC, “va considerato che a marzo l’ Italia aveva già registrato una riduzione congiunturale record del 21,3%, collocandosi al primo posto in Europa, segnando una diminuzione doppia nel confronto con la media Ue , pari a -10,1% (-11,1% l’ Eurozona). Inoltre, rispetto alla vendite non alimentari in volume, l’ Italia segna oggi un -24,5% su marzo, contro una media dell’ Eurozona del 17% e dell’ Ue del 14,7%”. Federconsumatori: “Servono interventi veloci” “I dati riportati dall’ Istituto di Statistica rivelano una situazione sicuramente ancora falsata dal lockdown, ma inizia ad apparire evidente come questa delicata fase che il Paese ha attraversato stia iniziando ad influire in maniera importante sulle abitudini di consumo degli italiani ” – afferma Emilio Viafora, presidente Federconsumatori. Per l’ associazione, è necessario affrontare la ripartenza con le dovute attenzioni, stanziando tempestivamente fondi e investimenti adeguati a sostenere l’ impatto delle conseguenze dell’ emergenza Covid-19 sul piano economico e sociale . “Come affermato più volte- specifica Federconsumatori- si rende indispensabile una accelerazione dei tempi relativamente all’ erogazione dei bonus, delle agevolazioni e soprattutto dei pagamenti della cassa integrazione”.