Verdini, il berluscones della prima ora, l’eminenza grigia che si muove tra le trame di quella politica fatta di favori e accordi sotto banco, l’uomo schierato in quota FI ma che sussurra sia a Renzi che a Salvini, ora è in carcere a Rebibbia per il crack del Credito fiorentino.
Secondo i giudici, l’ex senatore ha causato “un elevato danno economico alla banca, ai suoi creditori e allo Stato (…) nonostante la gravità dei fatti, Verdini negli anni non ha mai mostrato un effettivo pentimento e le cifre restituite al CCF sono ben modeste rispetto ai danni causati.”
Nello specifico Verdini è stato condannato per aver concesso finanziamenti e crediti milionari senza garanzie, sfruttando contratti preliminari di compravendite fittizie, a persone a lui vicine.
Ma d’altro canto cosa possiamo aspettarci da un personaggio che nella sua carriera non ha fatto altro che tessere ragnatele, decidere carriere, trafficare influenze, e USARE lo Stato e le istituzioni a proprio piacere. Lui che definiva l’amico Dell’Utri “un’icona, un punto di riferimento, una figura carismatica”.
Non ci mancherà.
Non sarà mai tardi per spazzarli via tutti.
