In un momento in cui il progresso tecnologico e la digitalizzazione sono essenziali per la competitività delle nostre imprese, il piano “Transizione 5.0” introduce nuove barriere che rischiano di penalizzare proprio le realtà più piccole e maggiormente agili del nostro tessuto economico connettivo e diffuso
Il principio DNSH (Do No Significant Harm), ossia “senza danni significativi per l’ambiente”, concepito per garantire che le attività economiche non danneggino gli ecosistemi, è un obiettivo sicuramente nobile e condivisibile. Tuttavia, la richiesta di una dichiarazione vincolante, con potenziali risvolti penali in caso di errore, rappresenta una sfida insormontabile per le micro e piccole imprese, spesso prive di strutture di controllo interne in grado di gestire simili complessità.
È quanto dichiara FederItaly, la federazione rappresentativa delle aziende made in Italy presieduta a livello nazionale dal dottor Carlo Verdone.
Questa misura, inserita all’interno di un impianto burocratico già di per sé poco esplicabile e di converso assai complicato, rischia di escludere proprio quelle aziende che più avrebbero bisogno di supporto per innovare e competere sul mercato globale e per trasforma la transizione ecologica e digitale in un investimento redditivo anziché in un costo passivo di dubbia recuperabilità.
Una discriminazione che può tradursi in una marginalizzazione crescente, con il pericolo concreto di perdita di posti di lavoro e di un impoverimento del nostro prezioso tessuto produttivo.
FederItaly ribadisce la propria preoccupazione: così come è stato concepito, il Piano Transizione 5.0 rischia di allontanare le nostre micro e piccole imprese dal percorso di innovazione e di sviluppo, anziché sostenerle in tal senso.
In uno scenario così complesso, la necessità di introdurre agevolazioni su misura, oggi del tutto mancanti e che tengano conto delle specificità e delle risorse limitate delle PMI, non è mai stata così urgente. “Difendiamo il 100 per cento del Made in Italy e chiediamo misure più eque e accessibili per tutte le imprese, affinché nessuno resti indietro nella sfida innovante”, ribadisce il Presidente Verdone.


