VERONA: LA POLIZIA DI STATO HA GLI ANTICORPI PER PUNIRE OGNI ABUSO IN DIVISA

0
33

Il Questore Roberto Massucci, in carica dallo scorso mese di aprile su nomina del Ministro Piantedosi, ha precisato che a condurre le indagini, culminate nell’arresto dei 5 agenti delle Volanti indiziati di fatti violenti, è stata la medesima Squadra mobile, a conferma del clima di generale trasparenza e intransigenza in cui agisce questo settore delle Istituzioni fondamentale per la sicurezza pubblica di tutti noi

Il massimo rappresentante dell’ordine pubblico governativo nella provincia veneta scaligera, a commento delle vicende balzate immediatamente all’attenzione della totalità dei media – e rese emotivamente più forti in ragione della loro concomitanza con quanto contestato ad alcuni agenti della polizia municipale di Milano nei confronti di un cittadino transgender latino americano – ha espresso un doloroso rammarico per un episodio che, sebbene circoscritto nel numero dei soggetti in divisa indiziati, sul piano qualitativo è suscettibile di alimentare un contesto di grave insicurezza e sfiducia delle persone nei confronti dei tutori della sicurezza. Con l’ulteriore effetto di provocare sconforto e disagio negli agenti che, in grande maggioranza, sono inclini a onorare il proprio giuramento allo Stato democratico e di diritto e si sentono pertanto traditi dalle presunte condotte deviate dei colleghi sotto inchiesta.

L’indagine interna – sottolineano dai vertici della Questura – ha permesso di mettere a disposizione della magistratura tutti gli elementi di prova oggettiva che sono serviti all’adozione delle ordinanze e all’avvio a tutti gli effetti dell’inchiesta e dei suoi prossimi sviluppi processuali sui cui esiti verranno adottati, qualora le imputazioni dovessero trovare conferma, i provvedimenti disciplinari più rigorosi in assoluto fino alla destituzione degli autori delle condotte contestate.

Per intanto – e in via prudenziale – oltre una ventina di agenti sono stati da subito, con provvedimenti di amministrazione interna, allontanati dalle squadre Volanti e trasferiti d’ufficio verso mansioni più burocratiche interne.

In una propria intervista rilasciata al quotidiano cattolico Avvenire, il Questore Massucci ha annunciato di volere intraprendere, di concerto con le organizzazioni sindacali, un percorso, di carattere anche tecnologico, volto a garantire in ogni fase la più alta trasparenza nella gestione delle persone fermate a opera della Polizia, a cominciare dalla installazione di più capillari sistemi di ripresa interni.

L’episodio però, al pari di quello accaduto a Milano, rischia di cedere il passo alle opposte strumentalizzazioni di parte: al centro del dibattito vi è la norma, introdotta nel 2017 dall’allora Governo Gentiloni, che istituisce e regolamenta il resto di tortura commessa da pubblici ufficiali; sui fronti opposti vi sono il centrosinistra, che chiede di rinforzare il dettato legislativo inserendo i codici di identificazione personale e singolare degli agenti, e il centrodestra, i cui eletti e rappresentanti sono autori di proposte di modifica ordinamentale volte a circoscrivere un tipo di reato la cui interpretazione ostacolerebbe il lavoro di lotta alla criminalità.

Sono tuttavia le stesse fonti di Governo a non minimizzare l’accaduto: il ministro Matteo Piantedosi ha parlato di fatti che, qualora venissero confermati in sede processuale, sarebbero di una gravità inaudita; mentre l’onorevole Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, ha escluso che sia in calendario, negli ordini del giorno parlamentari, proposte volte a modificare e depotenziare il reato di tortura. Fattispecie penale che dovrebbe tuttavia essere meglio specificata, poiché – come ha ricordato lo stesso alto esponente del Partito di Giorgia Meloni a Montecitorio – non è raro che la Corte di Cassazione sia più volte dovuta intervenire per correggere delle sentenze in merito.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI