Chiunque sia iscritto all’associazione di Dibba non può far parte dei gruppi territoriali del M5s”. Parole e musica di Paola Taverna, vicepresidente del M5s, che l’altro giorno, questo è il senso, ha messo in guardia collaboratori ed eletti romani e laziali
L’associazione “culturale” di Alessandro Di Battista, il grande ex nato con la valigia tanto che ora sta in Sudamerica, si chiama “Schierarsi”. E sta al Movimento come l’Arci potrebbe stare al Pd. Insomma, sulla carta le due cose potrebbero convivere. Se non fosse che Dibba è assai amico di Virginia Raggi e la “canzone “ di Taverna vale già da tempo proprio per i cosiddetti raggiani: vanno marcati a vista e cacciati alla prima occasione utile. Sicché, per la proprietà transitiva, la cosa adesso vale anche per gli amici di Alessandro Di Battista. D’altra parte il clima che si respira nel Movimento, specie dopo l’ultima sconfitta alle regionali, non è dei migliori.
L’altro giorno Conte alla Camera fermava i cronisti per lamentarsi degli attacchi “unilaterali”. C’è da rimettere in piedi il partito sui territori. Togliere una vecchia classe dirigente e farne una nuova. Ecco perché lo spirito di Dibba e della sua associazione dà fastidio ai vertici pentastellati. Ed ecco perché le iniziative autonome della Raggi, non ultima quella del referendum, sono mal tollerate perché potrebbero fomentare chi non si rassegna alla nuova linea di potere. Taverna, zarina grillina nella capitale e non solo, lo ha spiegato in vista della partenza dei gruppi territoriali. A Roma saranno quindici, uno per municipio. E avranno il senso delle sezioni tradizionali dei partiti.
Dunque l’ex parlamentare ha fatto capire che non accetta doppie tessere e quindi mezze porzioni: o con noi o con Dibba. Cosa abbia in testa l’ex big terzomondista è complicato da capire, come sempre. Però la sua associazione sta facendo proseliti, specie a Roma. Per molti l’affondo di Taverna è un messaggio trasversale da far arrivare anche a Virginia Raggi, l’ex sindaca ancora influente sulle rive del Tevere, ma mai amata da Conte. L’ex premier sogna e lavora a un Movimento iper contiano. Sicché erigere un fortino significa limitare ancora di più il mondo di Dibba o di Raggi. Con quale esito?


