Dopo un lungo e contrastato esame, il Senato, con 100 voti favorevoli, 46 contrari e un’astensione, ha rinnovato la fiducia al Governo e ha approvato il decreto fiscale, che passato questo primo scoglio va all’esame della Camera, pur in un clima di tensione ancora alta tra i partiti della maggioranza.
Il decreto, ‘collegato’ alla manovra perché anticipa al 2024 alcune spese alleggerendo di 1,7 miliardi i conti del prossimo anno, da lunedì sarà all’esame della Camera per la seconda lettura, tenendo conto della sua scadenza, prevista per il 18 dicembre prossimo.
Le questione del 2×1000 ai partiti politici e del canone Rai
Le questioni sul finanziamento ai partiti politici e sul canone Rai hanno tenuto banco. Sui partiti politici si è cercato di far passare un emendamento che di fatto avrebbe ripristinato il finanziamento pubblico superando l’attuale meccanismo del 2×1000. E’ dovuto intervenire il Quirinale che ha espresso dubbi su una riforma che avrebbe richiesto un’analisi ben diversa e alla luce del sole, non attraverso un emendamento ad un decreto. Alla fine è stata approvata una misura che ha aumentato di complessivi 4,6 milioni le risorse del 2×1000 per il 2024, portandole da 25 a 29,6 milioni.
Sul canone Rai si è consumato lo strappo nella maggioranza, con il governo che è stato battuto sull’emendamento della Lega per proroga anche nel 2025 della sua la riduzione da 90 a 70 euro. Forza Italia ha mantenuto il punto e ha votato no.


