Il Viceministro delle Infrastrutture ha dichiarato che la costruzione della linea di trasmissione elettrica sottomarina, fra Albania e Italia, sarà un acceleratore economico per attrarre investitori specializzati e per generare benessere economico ai territori coinvolti e al bilancio dello Stato
“I progetti in fase di sviluppo sono di una dimensione e di una entità tale che non si discute più della singola fornitura, ma si parla oramai con certezza della prospettiva che l’Albania diventi il motore principale all’interno delle reti regionali di trasmissione dell’energia. La nostra posizione geografica – ha dichiarato l’onorevole Klosi – crea la possibilità di collegare diversi poli di area vasta importanti. A sud con la Grecia, a est con Bulgaria, Macedonia del Nord e Romania, a nord con il Montenegro e oltre. Mancava all’appello il collegamento con l’ovest, ecco perché stiamo lavorando al progetto del cavo sottomarino”.

Il Vice del Dicastero diretto dall’onorevole Belinda Balluku ha poi rimarcato che “questi investimenti nell’interconnessione non si concentrano sull’approvvigionamento energetico del Paese, poiché con le operazioni in corso è stata raggiunta e adempiuta questa fase, ma l’obiettivo adesso è l’esportazione e il raggiungimento dello status del nostro Paese come esportatore netto. Siamo arrivati a considerare il prodotto energetico come una merce non di consumo, ma di scambio: come un motore economico per generare reddito, sia per gli investitori del settore, sia per il bilancio dello Stato”.
In quanto parte del Corridoio 8, e collegamento fra i due punti più vicini di Puglia e Albania, il futuro cavo sottomarino servirà un’area molto più vasta e dilatata: “Anche la Bulgaria ha dimostrato grande interesse. Il futuro elettrodotto ha un effetto multidimensionale per l’Albania, che con questa decisione assurgerà a vera e propria autostrada elettrica di confluenza di molti altri Paesi”.
Il Viceministro è quindi entrato nel merito dell’accordo appena firmato ad Abu Dhabi fra i Governi di Albania, Italia ed Emirati Arabi Uniti, e della sua valenza non solo come snodo di trasmissione, ma come moltiplicatore di generazione: “Si tratta di un memorandum tripartito speciale, in cui vi sono due Paesi interessati su entrambi i lati del cavo sottomarino, e un terzo, ossia gli Emirati, che avrà un ruolo nella mobilitazione dei capitali da investire. Abbiamo molte risorse sottoutilizzate in termini di fonti, ma quando si discute di investire in nuove capacità, si pone la questione di dove collocare l’energia prodotta. Il Governo degli Emirati Arabi Uniti fornirà sostegno a KESH, la Compagnia statale di produzione elettrica, nella ricerca di possibili risorse naturali per investimenti nelle rinnovabili”.



