Continua a Roma la lotta contro la criminalità organizzata, dopo anni in cui le mafie avevano messo salde radici nella capitale
E il malaffare si è insinuato all’interno del Campidoglio, sia con la destra che con la sinistra. La sindaca Virginia Raggi, fin dal primo giorno del suo insediamento, è in prima linea contro la criminalità e ne ha dato piena dimostrazione con l’abbattimento delle villette abusive dei Casamonica, azione per la quale la sindaca è finita nel mirino dei clan che stavano organizzando un attentato contro di lei. Ora la Raggi è sotto scorta. Ieri un altro passo è stato compiuto in questa direzione: il giudice per le indagini preliminari di Roma ha condannato a 6 anni e 8 mesi di carcere l’avvocato Lucia Gargano. La penalista è accusata di concorso esterno in associazione mafiosa nell’indagine sulla “pax mafiosa” di Ostia.
Al centro del procedimento, un accordo siglato in un ristorante di Grottaferrata, nel dicembre del 2017, a cui partecipò anche Fabrizio Piscitelli, il Diabolik, ultrà della Lazio, ucciso il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana. Nel procedimento sono coinvolti anche Salvatore Casamonica, esponente di vertice del clan già detenuto al 41 bis, e l’avvocato Angelo Staniscia, in passato difensore di Roberto Spada, esponente dell’omonimo clan.
A ottobre i romani dovranno scegliere il nuovo sindaco e, come per noi, in Parlamento, non sono bastati 8 anni per scardinare il modus operandi nefasto della casta, così alla Raggi servirà un altro mandato per ripulire la Capitale da corruttela e malaffare.
