Visibilia, ecco lo scudo per Santanchè: va evitato un nuovo processo

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La destra a trazione meloniana ha deciso di salvare Daniela Santanchè dal rischio di un altro rinvio a giudizio: ieri la Giunta per le immunità del Senato ha infatti messo il turbo al conflitto di attribuzione che serve a rallentare l’esito dell’udienza preliminare prevista a Milano per il 17 ottobre

. Un esito potenzialmente infausto per la ministra del Turismo di Fratelli d’Italia accusata di truffa ai danni dello Stato per l’utilizzo della cassa Covid per i dipendenti di Visibilia e già a processo per falso in bilancio per un altro filone d’inchiesta: per questo l’assist del Senato la imbullona al suo posto nel governo. La ministra in precedenza aveva tentato di far spostare la competenza a Roma e comprato tempo cambiando gli avvocati: ora Palazzo Madama le assicura il conflitto di attribuzione di fronte alla Consulta contro i magistrati attraverso un blitz dalla tempistica sospetta. Come ieri hanno sottolineato le opposizioni.

“La maggioranza si è precipitata a sostenere il conflitto di attribuzione chiesto dalla ministra. La settimana scorsa avevamo registrato una fretta sospetta, come se alle orecchie dei colleghi del centrodestra fossero arrivate richieste affinché si procedesse di corsa per provare a scudare Santanchè nel procedimento per la truffa sui fondi Covid. È incredibile come il Parlamento debba continuamente occuparsi dei guai giudiziari della ministra e di altri che devono chiedere protezione alla loro parte politica” hanno commentato Ketty Damante e Ada Lopreiato che rappresentano il M5S in Giunta

. A votare contro l’ok al conflitto di attribuzione anche Avs e Pd che con Alfredo Bazoli aveva chiesto di rinviare il voto in attesa dell’udienza di Milano in cui verrà esaminata l’eccezione presentata dai legali della ministra sull’utilizzabilità del materiale agli atti dell’inchiesta su cui, nel frattempo, hanno sollecitato anche la Giunta. Dove la destra per non rischiare ha già deciso: gli inquirenti milanesi hanno violato le prerogative di Santanchè e dunque di tutto il Senato per il solo fatto di aver depositato chat e email che la riguardano (violando con questo la corrispondenza di una parlamentare) e anche una conversazione molto compromettente rispetto all’utilizzo della cassa Covid di cui è stata protagonista a sua insaputa (qui la destra parla di intercettazione abusiva da parte di un privato).

“Abbiamo chiesto di aspettare l’udienza preliminare perché in quell’occasione sarà definito l’esatto perimetro del materiale che i magistrati intendono effettivamente utilizzare, ma la maggioranza ha voluto fare una forzatura. Con il rischio peraltro per il Senato di sollecitare la Consulta su una questione di cui non si conosce l’esatto perimetro” spiega Bazoli.

La pratica definita in Giunta appena ieri verrà messa ai voti già stamattina in aula. Che fischierà il finale di partita: scialuppa extra-large per Dani. Altro che imbarazzo meloniano.

laria Proietti