William Irish – Vertigine senza fine – Milano, Mondadori, 1953. 155 p. (252)

0
82

GIALLO 6 – Fino a che punto un uomo, una persona, può essere presa, coinvolta da un  forte sentimento per un’altra persona?

La realtà risponde in tanti modi a questa domanda; questo originale romanzo dà una risposta “limite”, stupefacente ed incredibile; pure, non pensiamo sia impossibile constatare anche nel reale, in modo analogo anche se non uguale, simili comportamenti da parte di uomini e donne che – un po’ per carattere e formazione, un po’ per inesperienza ed ingenuità – si lasciano prendere totalmente dal partner… fino a dare la vita per l’altro.

Qui non parliamo di Giulietta e Romeo o di altri personaggi storici che in determinate situazioni hanno donato la loro vita, sacrificando sé stessi per l’altro: in queste pagine troviamo un tormento continuo da parte di un uomo, Louis, che gradatamente, fin dal primo momento in cui conosce Bonny a lei si abbandona, con un finale della storia che naturalmente non vi diremo, e con uno svolgimento che invece proveremo a sintetizzare.

Dunque Louis, ricco possidente, nel maggio 1880, a New Orleans, attende sul porticciolo del fiume il battello che gli porterà la promessa sposa conosciuta per corrispondenza e vista solo in fotografia.
E’ una splendida giornata, col sole radioso e splendente come il suo cuore: però da questo momento la sua vita cambierà in maniera impressionante andando sempre più verso la sua autodistruzione, il suo annullamento, pur con qualche difficoltà nel cedere ed adeguarsi alla mutevole, ogni volta sempre più negativa, realtà.

Bonny non è la donna attesa (la bruna Julia) vista in foto, ma una bionda molto più giovane, avvenente e spigliata, che però si presenta – con in mano una gabbia con un canarino – come Julia affermando che quasi per scherzo gli aveva spedito la foto di sua zia e di essersi poi affezionata a lui leggendo le lettere, non trovando il coraggio di scrivergli la reale situazione.

Accettatala comunque in sposa – contrastato da amici e conoscenti non solo per la differenza di età – Louis la colma di doni, abiti e gioielli senza nulla immaginare di male in lei, nonostante la sua trascuratezza e la successiva morte repentina del canarino, trovato un mattino con il collo spezzato dalla domestica Sarah.

Un giorno arriva una lettera scritta dalla sorella di Julia, Bertha, la quale la rimprovera di tenerla senza notizie e minacciando il marito nel caso le abbia fatto del male. Bonny-Julia se la cava in qualche modo nelle spiegazioni, e porta poi lui – senza far pressioni – a  cointestarle il conto in banca. Conto che un bel mattino lui troverà prosciugato, scomparso, come la moglie, senza lasciare traccia. Gli inquirenti ai quali il marito si rivolge rispondono che non possono fare nulla visto che è stato proprio lui ad intestare il conto alla moglie, donna che è a tutti gli effetti ancora sua moglie, quindi si tratta di cosa privata; al massimo si può procedere per scambio di identità ma, su questo, lui sapeva comunque la verità. La visita a Bertha porta i due ad ingaggiare un investigatore privato, Walter, che promette di venirne a capo.

La vicenda si sviluppa poi col dolore di lui che non trova pace; finché un giorno incontra, per caso, Bonny che sta per circuire un suo amico. Allora va in albergo con una pistola deciso ad ucciderla, ma cambia idea e vuole portarla alla polizia, infine le sue moine, lacrime e spiegazioni lo portano a perdonarla e riprenderla con sé.

La vita dispendiosa di lei lo costringe poi a liquidare il suo 50% della società e vagare lungo le cittadine del fiume, fino a quando Walter li rintraccia; Louis vuole che il detective lasci l’incarico, arrivando a proporgli 50mila dollari, ma l’altro è deciso di portare Bonny – sospettata dell’omicidio della vera Julia – alla polizia. Spaventato lui lo uccide mentre lei è fuori casa; poi quando rientra insieme lo seppelliscono in cantina e scappano ancora.

I problemi finali giungono al pettine quando anche gli ultimi denari finiscono; allora lei compra del veleno per topi – che dice di aver visto in cucina – e glielo somministra. Quando lui lo scopre la perdona ancora dicendole che l’accetta così com’è!…

Leggetelo da voi, il finale di questa stranissima vicenda in cui la parte non certo migliore dell’uomo s’impone all’attenzione facendo riflettere il lettore su tutto ciò che sembra e non è, tutto ciò che è e potrebbe essere e, soprattutto, su come noi individui vediamo questo “tutto”!
Personalmente, uno dei più bei gialli mai letti.

franco cortese

Franco Cortese  Notizie in un click