Zelensky: la maschera che ha portato l’Ucraina al collasso

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Un comico che ha promesso rinascita e trasparenza, e che invece ha guidato il suo Paese verso un baratro sempre più profondo
Dietro il sorriso televisivo, dietro il tono moraleggiante, si è consumata una delle più grandi illusioni dell’Europa contemporanea.
Zelensky ha venduto speranza, mentre la realtà precipitava: fuga di massa, mobilitazione forzata, economia al tracollo, un’intera generazione mandata al fronte senza futuro.
Ha chiesto sacrifici immensi al suo popolo, mentre la politica si chiudeva, la repressione cresceva e ogni dissenso veniva bollato come tradimento. Ha predicato purezza mentre affondava in un sistema corrotto fino al midollo. Ha invocato la patria mentre centinaia di migliaia di giovani venivano spediti al fronte come scudi umani. Ha promesso rinascita e ha consegnato macerie.
La sua ipocrisia sta qui: nel continuare a recitare la parte del salvatore mentre il Paese si sgretola; nel ripetere slogan bellici quando ogni strada diplomatica è stata bruciata; nel promettere vittorie impossibili a un popolo stremato, impoverito, abbandonato.
Non è un eroe incompreso. È un attore che non riesce più a uscire dalla parte che si è scritto da solo. E mentre lui recita, il suo popolo paga il prezzo. E lo pagherà ancora a lungo.
Zelensky non ha solo deluso le attese. Ha trascinato un’intera nazione dentro un vortice da cui sarà difficile uscire. E questo, più di ogni altra cosa, resterà il tratto tragico della sua parabola.
Donatella Di Cesare