Zuppi: “La guerra macchina di morte fratricida, il popolo ucraino anela alla pace”

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Coraggio e unità”: sono queste le due parole chiave, secondo il cardinale presidente della Cei, Matteo Maria Zuppi. “Il coraggio che solo l’amore può generare in noi, per ascoltare, discernere e decidere per Dio e per il bene della Chiesa; e l’unità. Cioè pensarsi insieme, a tutti i costi, non uguali, anzi ancora più diversi perché finalmente e liberamente se stessi perché in relazione gli uni agli altri

L’unità è santa e non a caso è sempre legata alla pace, perché la guerra inizia quando si accetta la divisione“, ha sottolineato l’arcivescovo di Bologna nella sua omelia, nella Basilica di San Pietro, in occasione della 77esima Assemblea Generale della Cei che si chiude oggi in Vaticano.

“Veniamo tutti dalle nostre tante Emmaus – ha sottolineato Zuppi – e portiamo con noi la tristezza di quei pellegrini con il cuore gonfio di disillusione, ferito, aggressivo e amaro perché le speranze erano finite. Tra questi, il cui volto e vicenda portiamo nel cuore, ricordo l’angoscia che grava nell’anima del popolo ucraino che anela alla pace e quanti piangono qualcuno che non è tornato più, inghiottito dalla macchina di morte fratricida che è la guerra”.

“Il Signore continua a farsi pellegrino – ha poi aggiunto –  non si stanca di cercarci e spinge a metterci per strada per liberare da un destino senza comunità, per scaldare cuori spenti e farli ardere di amore e di speranza”.

Per Zuppi il pessimismo è un “veleno pericoloso” che “può essere accompagnato da giudizi intelligenti ma che diventa sempre indifferenza. Tutto può cambiare e niente è impossibile a chi crede”.   Poi il cardinale ha ricordato: “Il Vangelo non ha confini. E chi è pieno del Vangelo è libero dai confini, non perché dilata il suo io come avviene pericolosamente nel mondo, ma perché ama e non ha paura di cercare nuove terre, anche quelle non ancora esplorate da nessuno, anche quelle che potrebbero dimostrarsi ostili. Il Vangelo ci fa sentire a casa ovunque e tutto è reso da lui casa”.