IN FRANCIA RITORNA IL NUCLEARE E IL NOSTRO GOVERNO LO CONSIDERA GREEN

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La ricetta enunciata ieri da #Macron, per garantire l’indipendenza energetica del paese e arrivare alla neutralità #carbonica entro il #2050, è il ritorno alla tecnologia #nucleare definita “energia green”

Con questo annuncio è immediatamente ritornato alla ribalta un tormentone evergreen: “siamo scemi noi in Italia, ci becchiamo i rischi del nucleare al confine senza i benefici di una autonomia energetica”.
Al di là di quello che si pensi sul nucleare è bene ricordare che neppure la Francia, capofila del nucleare, ha ancora risolto il problema del deposito geologico di profondità per rifiuti #radioattivi a media e ad alta attività. Hanno per ora solo dei depositi definitivi di superficie per rifiuti a molto bassa e bassa attività.

Per non parlare dell’Italia che a 34 anni dal #referendum che decise la chiusura delle centrali nucleari, deve ancora stabilire dove sorgerà il deposito definitivo di superfice dove smaltire solo le scorie a bassa e molto bassa attività delle centrali di Caorso, Garigliano, Trino Vercellese, Latina.

Da 20 anni lo Stato paga la #Sogin, incaricata di smaltire le centrali nucleari, e siamo solo all’individuazione di 67 zone papabili per poter ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive. Fra queste, entro dicembre, il #Governo dovrebbe scegliere la zona vincente.
E’ bene ricordare, poi, che ogni anno lo Stato spende 60 milioni per stoccare all’estero parte dei nostri rifiuti radioattivi e che i rifiuti a bassa e molto bassa attività raggiungono nell’arco di 300 anni un livello di radioattività non più pericoloso per la salute e l’ambiente, quelli a media e alta attività perdono la radioattività in migliaia o centinaia di migliaia di anni.

E’ bene ricordare ai nostalgici che non esiste il nucleare sicuro e pulito o addirittura green, come va farneticando anche il ministro #Cingolani. E’ imperdonabile che l’Italia arrivi alla #COP26 delirando di nucleare e aprendo al gas invece di spingere su rinnovabili, efficienza e biodiversità.

Doriana Sarli