VITTIME DI MAFIA E VITTIME DI TERRORISMO

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Ieri ricorreva la Giornata in memoria delle vittime del terrorismo che cade ogni anno il 9 maggio

Perché il 9 maggio del 1978 segna nel calendario della Repubblica italiana, una data liminale, superata la quale la nostra storia non sarebbe mai più stata la stessa. Il 9 maggio di 43 anni fa infatti il corpo dell’onorevole Aldo Moro, presidente della Democrazia cristiana, fu ritrovato nel bagagliaio di una Renault rossa, in via Caetani, a Roma. Dopo 5 processi e tre commissioni parlamentari di inchiesta, “la completa verità sugli anni di piombo, una esigenza fondamentale per la Repubblica, è ancora tutta da chiarire”, come ha detto ieri il Presidente Mattarella.

Alla vigilia della ricorrenza, i familiari degli agenti della scorta di Moro, trucidati dalle Brigate rosse, nella strage di via Fani, il 16 marzo, giorno del rapimento di Moro, hanno inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica, chiedendo la rimozione del segreto dagli atti delle commissioni. Richiesta accolta dal presidente della Camera, Roberto Fico, che ieri ha assicurato che nei prossimi giorni chiederà all’Ufficio di Presidenza della Camera di declassificare i documenti sui quali è stato apposto dalla Commissione il segreto funzionale.

Che gli anni della strategia della tensione e il caso Moro in particolare siano ancora una ferita sanguinante nella nostra coscienza collettiva, lo dimostra l’aspro dibattito scaturito dal recente arresto e richiesta di estradizione di alcuni ex brigatisti latitanti in Francia, tra chi sostiene che dopo 40 anni una pena non sarebbe comunque risarcitoria, e chi pensa che la giustizia debba invece fare il suo corso.

Io ritengo innanzi tutto che gli ex terroristi dovrebbero apportare, dicendo quello che sanno alle autorità, il loro contributo nella ricerca di una verità ancora sfuggente. Infine, vorrei anche ricordare che il 9 maggio 1978 cade anche un altro triste anniversario, quello della morte, per mano mafiosa, del giornalista Peppino Impastato, trucidato a Cinisi da Gaetano Badalamenti, per l’attività di denuncia costante contro Cosa Nostra che conduceva dai microfoni della sua Radio Aut, una delle prime radio libere in Italia. Un filo rosso, quello delle stragi di mafia e terrorismo, che ci ricorda indicibili connivenze e verità scomode ancora tutte da chiarire.

Il Movimento 5 Stelle vuole non solo che la verità delle stragi sia rivelata, ma che spariscano tutti i comportamenti di supporto alla mafia e, prima di tutto che si crei lavoro onesto e giustamente retribuito per togliere alla mafia le basi stesse su cui agire.

Mauro Coltorti