Guerra: sulla casa intervento graduale, ridurremo le tasse sul lavoro

0
134
guerra
guerra

Il governo si era impegnato a presentare la delega fiscale al Parlamento entro il 31 luglio, ma nemmeno oggi il dossier sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri.

Uno slittamento chiesto dai partiti, ma che che non sembra preoccupare la sottosegretaria di LeU all’Economia, Maria Cecilia Guerra: «Alcune forze politiche preferiscono affrontare il tema dopo le elezioni amministrative. Ma la delega fiscale non è un impegno soggetto a monitoraggio nel Pnrr, quindi un ritardo non ci penalizza».

Dopo le amministrative Draghi andrà dritto sulla riforma del catasto, che il centrodestra non vuole?

«L’aggiornamento degli estimi catastali, indicato nel Pnrr, è una questione di razionalità ed equità dell’imposta. Il catasto non viene aggiornato da trent’anni, quindi io ritengo che la revisione sia indispensabile e che l’opposizione non sia giustificata. Si può andare per gradi e discutere dei criteri della rivalutazione, ma è indubbio che le imposte vanno pagate su una base imponibile realistica, sennò perdono di senso».

Quando arriverà il salasso sulla casa?

«Premesso che parliamo sempre di seconde o terze case e che nessuno sta chiedendo un aumento del prelievo, i tempi dipenderanno anche dal confronto politico. Ancora non c’è stato, ed è una delle ragioni per cui la delega non è uscita. Il punto è che ora l’Imu non corrisponde al vero valore di mercato degli immobili. Chi ha una casa nel centro storico di una grande città, che è stata ristrutturata e raggiunta dai servizi, si troverà probabilmente a pagare di più. Chi ha un immobile in un’area interna che ha subìto una caduta di valore, giustamente dovrà pagare meno».

Riuscirà Draghi a mediare sul fisco, tra la Lega che sogna la flat tax e l’ala sinistra che vorrebbe tassare il patrimonio?

«Un passo di mediazione è stato già compiuto dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, che hanno dato delle indicazioni per il sistema duale, che il governo è pronto a riprendere, lasciando nell’Irpef la tassazione dei redditi da lavoro e tassando in modo proporzionale i redditi da capitale. L’indicazione ampiamente condivisa è intervenire sulla progressività dell’imposta con particolare attenzione ai redditi medio alti, tra i 28 mila e i 55 mila euro, su cui l’onere di imposta è particolarmente accentuato. Il governo, come scritto nel Pnrr, interverrà sull’Irpef anche con la volontà di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro».

Come valuta i numeri della nota di aggiornamento al Def, Pil a +6% e deficit che cala al 9,5%?

«Il 6% è un risultato incoraggiante, superiore alle aspettative. Quello che Draghi dice è che questa ripresa va sostenuta con politiche adeguate e una attuazione efficace e puntuale del Pnrr, un grande piano di investimento pubblico e privato che può porre le basi di una crescita stabilmente più alta».

Come pensa che il governo investirà il «tesoretto» di 18 miliardi, accumulato grazie ai riflessi positivi sulla finanza pubblica?

«Come dice il premier è il momento di dare, non di chiedere. I riflessi positivi sulla finanza pubblica ci lasciano un po’ di spazio per il sostegno ai soggetti deboli. Io vedo tre temi. Rafforzare l’attenzione alla sicurezza sul lavoro, perché 3 morti al giorno sono una cosa non tollerabile. Accompagnare con scelte di equità la trasformazione ecologica e tecnologica, perché non determinino crisi occupazionali. E ridurre la frammentazione del mercato del lavoro, che danneggia in particolare le donne e i giovani».

Non si poteva fare di più per attenuare la stangata sulle bollette di luce e gas?

«Il prezzo del gas è aumentato del 40%, il governo ha impegnato ben 3,5 miliardi per ridurre l’impatto. È un impegno considerevole, indirizzato a particolare tutela delle famiglie più in difficoltà e delle piccole imprese».

Salvini vuole che Quota 100 resti anche nel 2022…

«È un’eredità pesante. Lo scalone creato da Quota 100 costringe chi è nato anche solo un giorno dopo ad andare in pensione cinque anni più tardi. È sbagliato e bisognerà intervenire».