Prima flessione a destra

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meloni

“Arriverà pure qua” — dissi al mio amico durante una mia permanenza a Bruxelles. Era la metà di gennaio 2020, e le mie poche conoscenze di biologia mi avevano allarmato.

In Cina il covid aveva svuotato le strade di Wuhan. L’atmosfera era spettrale: il solo movimento delle tute bianche e dei blindati mettevano angoscia. Noi, da questa parte, vedevamo con sospetto chiunque avesse gli occhi a mandorla. Tutto il mondo scientifico ci teneva a tranquillizzare: il virus qui non circola. Ma non era vero.

Quando la Lombardia fu chiusa c’era ancora chi gridava contro le misure draconiane del governo. Poi fu chiusa l’Italia, e gli italiani per un paio di settimane si appassionarono al nuovo gioco: stare in casa a mangiare, e postare sui social i primati nazionali. Storia, cultura, cibo e tecnologia; i vicini d’oltralpe ci cantavano bella ciao, nel mondo lodavano il bel paese – avevamo già dimenticato che i cugini francesi ci facevano la pizza allo sputo di coronavirus. Poi, qualcuno insorse. Capì… insomma, intuì, snasò, che la società aveva assoluto bisogno di lui, e lui scese in piazza a contrattare il suo riscoperto potere di sabotare il progetto degli altri: dei garantiti, dei benestanti, dei conservatori.

La sanità pubblica fu in pericolo. Da più parte si cominciò a parlare di ridisegnare il welfare e offrire più garanzie. Ma la gente non era convinta, voleva la libertà (e il potere), dubitò delle leggi del governo, e le infranse.

L’auspicio di “uscirne migliori” si è rilevato presto illusorio. I morti sul lavoro, sulle strade, la recrudescenza delle aggressioni e degli omicidi, tutto fa pensare che è aumentata la conflittualità sociale, che ne siamo usciti peggiori. La folla di voci eversive al dettato scientifico e alla legge (nel nome della libertà di espressione e di scelta) ha fomentato reati di ogni genere in tutto l’Occidente, incapace di usare una legge marziale nella guerra contro il virus. La gente ha avvertito l’impotenza dei governanti senza il suo consenso, e ha preteso di essere libera di fare i propri comodi. La sfera privata è diventata sacra, e il progetto collettivo legato ai meccanismi democratici si è involuto. Ogni nazione libera è a rischio di anarchia.

Ma mentre i ciarlatani di tutto il mondo si addensavano nell’emisfero destro di tutti i parlamenti, le elezioni tedesche si sono intromesse a testimoniare che il solco sociale e politico è diventato più profondo tra la gente. Testimoniano che si è approfondita la spaccatura tra responsabili e irresponsabili, tra sinistre e destre, tra progetti collettivi e obiettivi individuali. E confermano – quando l’informazione domestica e padronale fallisce – che tutte le destre ciarlatane vengono punite dagli elettori se questi scoprono di venir usati per fini privati e disonesti. Quando questi avvertono che le destre da più di mezzo secolo fanno solo propaganda; quando non c’è una sola, tra tutte le loro “idee”: l’ordine, la legalità, la famiglia, la patria e la religione, che i loro eletti non tradiscono.

(Giuseppe Di Maio)