185 morti sul lavoro dall’inizio del 2021

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Mille morti l’anno. Una media di due al giorno

Dal primo maggio a oggi, dopo la tragica morte di Luana, 22 anni, arriva la notizia che ieri a Busto Arsizio è morto un operaio di 49 anni, schiacciato da un tornio nell’industria plastica dove lavorava. Oggi a Pagazzano un operaio di 46 anni in un cantiere é stato schiacciato da una lastra di metallo.
Non é una fatalità. È la conseguenza della logica che mette il profitto al di sopra della vita umana. È la conseguenza delle politiche di smantellamento dei diritti portate avanti da tutti i partiti, Partito Democratico in primis con la complicità ei sindacati confederali CGIL, CISL e UIL che rendono i lavoratori più precari e ricattabili.

Non sono morti sul lavoro, sono omicidi con responsabili che hanno nomi e cognomi: una classe di padroni e padroncini criminale, Confindustria, i sindacati conniventi e le forze politiche che hanno governato negli ultimi trent’anni. Gli stessi responsabili che poi in modo ipocrita e diagustoso piangono lacrime di coccodrillo. Non é vero che le classi non esistono. Non é vero che siamo tutti sulla stessa barca.
In nome del profitto sui lavoratori e sulle lavoratrici si consuma una strage quotidiana. Per questo appoggiamo la proposta della Rete Iside di introdurre il reato di omicidio sul lavoro. Contro tutto questo lottiamo ogni giorno, contro un sistema malato che calpesta le vite umane in nome del profitto.
Vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime, basta morire di lavoro!

Marta Collot