39 GIORNI DI SCIOPERO METTONO PAURA AL GOVERNO FRANCESE, MA LA LOTTA È TUTT’ALTRO CHE FINITA!

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La riforma delle pensioni, voluta da presidente Emmanuel Macron, che trasforma il sistema pensionistico francese da retributivo a contributivo, elimina i regimi speciali per i lavoratori e le lavoratrici impiegati in lavori usuranti e innalza l’età minima per accedere alla pensione da 62 a 64 anni ha generato una opposizione fortissima: sono ormai 39 i giorni di mobilitazione generale che coinvolgono tutto il Paese. Per questo ieri il governo ha fatto un primo piccolo passo indietro annunciando una sospensione della parte riguardante l’età minima per accedere alle prestazioni pensionistiche.

Si tratta di una grande prova di forza dei movimenti sociali e sindacali che invitano però i lavoratori e le lavoratrici a non cedere perché si tratta principalmente di una manovra mediatica: infatti si parla solo di “sospensione” di uno dei provvedimenti del pacchetto pensionistico, non del ritiro totale della riforma, per cui la battaglia continua e vedrà ancora grandi giornate di mobilitazione già in programma il 14, 15 e 16 Gennaio. Con questo annuncio il governo ha cercato solo di recuperare i sindacati più collaborativi e rompere l’unità del fronte contrario alla riforma.

Quella che ci arriva dalla Francia è una grande lezione di dignità che dobbiamo fare nostra. Viva i popoli europei che non si piegano all’austerità.