La morte di David Rossi, responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, avvenuta nel 2013, ha sempre suscitato sospetti.
Anche perché le inchieste della magistratura l’hanno catalogata subito come suicidio. Inchieste segnate da gravissime omissioni, con referti spariti, una ridicola prima autopsia, la mancata acquisizione dei tabulati dei cellulari e delle registrazioni delle telecamere, testimoni mai interrogati e altro ancora. Dinamiche già viste altrove, ma su cui confidiamo che altre indagini faranno piena luce.
Senza essere un esperto, chiunque abbia visto il video della caduta al suolo di Rossi può comprendere che le conclusioni dei magistrati sono state molto affrettate. A confermarlo nel luglio scorso, in una audizione della commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, è stato addirittura il procuratore capo di Siena, Salvatore Vitello, che recentemente ha lasciato l’incarico. Omissioni ed errori nelle indagini hanno fatto propendere per un’ipotesi semplice, da archiviare, in cui non ci sono mandanti né colpevoli. Addirittura la vedova di Rossi, Antonella Tognazzi, ha dovuto difendersi in un processo durato tre anni. Non c’è bisogno di commenti.
Oltre alle parole del più importante magistrato di Siena, a conferma della “stranezza” del caso David Rossi vi sono le intercettazioni riguardanti Giancarlo Pittelli diffuse in questi giorni dal programma “Le Iene”. Per 13 anni parlamentare di Forza Italia, avvocato e giurista, massone, coinvolto in diverse inchieste e accusato di essere legato alla ‘ndrangheta, Pittelli – che certo non è uno sprovveduto e che avrebbe altro a cui pensare – dice che David Rossi è stato ucciso: “Se riaprono le indagini sulla morte di Rossi succederà un casino grosso (…) Se si sa chi lo ha ammazzato, Non si è suicidato, Rossi non si è suicidato, Rossi è stato ucciso”.
È verosimile che l’avvocato Pittelli ne sappia più di molti altri, forse per i suoi variegati legami. Certo, in questa storia, è l’unico a scandire una verità plausibile: altri non hanno saputo o voluto vederla.
Mps a Siena è come il Dalai Lama per i tibetani. Dalla città-banca si diramano interessi molteplici e forse inconfessabili. Una banca con un passato segnato da dissesti, opacità e inqualificabili operazioni, come l’acquisto di Antonveneta. Mps è attualmente oggetto di una surreale acquisizione da parte di Unicredit, presieduta al momento da Pier Carlo Padoan, che all’epoca del salvataggio era ministro dell’economia del governo Renzi e, come tale, azionista di maggioranza della banca senese, salvata a suon di denaro pubblico, tagli e licenziamenti. Bisogna ancora rispondere a molte domande, che non riguardano solo l’omicidio di David Rossi.


