Ci sono i numeri per costruire una grande area di centro, distinta e distante dalla destra come dalla sinistra? Ci sono, e sono molti di più di quanto si possa immaginare
Ci sono le idee, i programmi, le strategie per dare vita a quell’area? Qui il buio si fa fitto, la notte è fonda. Allora diciamo con una chiarezza un po’ rude: se qualcuno tenta operazioni di centro a ridosso delle elezioni per il Quirinale, senza altri obiettivi politici, siamo di fronte a operazioni di pirateria parlamentare. E di bucanieri, in questo Parlamento, ce ne sono fin troppi.
Per quanto mi riguarda, mi considero in una condizione di libertà di giudizio e di valutazione come forse mai prima.
Sarà anche per via dell’anagrafe, ma quando assisto o mi riferiscono di confabulazioni e conciliaboli fra Tizio e Caio o fra Caio e Sempronio non so più nascondere un certo fastidio. L’idea di un centro stagionale, diciamo per i mesi di gennaio-febbraio, e poi, di nuovo, ognuno per sé chi a destra e chi a sinistra, è fatta per allontanare milioni di potenziali elettori moderati dalle urne.
Un centro senz’anima e senza idee e ideali, può servire a qualcuno per operazioni di piccolo ma fruttuoso cabotaggio elettorale. Un’area centrale, autonoma nella sua elaborazione politica e culturale, libera quindi di decidere alleanze guardando a 360 gradi è invece una posta molto nobile per la quale vale la pena di spendere energie e tempo. Tutto il resto sa di già visto. E un po’ anche maleodora.



