“Il governo Draghi ha fatto una grande scelta: vaccini e presenza, vaccini e gente sul posto di lavoro. Non lo smart working, non chiudersi in casa e non vaccinarsi, ma vaccini, vaccini, vaccini, con tutti gli strumenti possibili”, ha detto Brunetta. “Piuttosto che chiusi a casa, con il telefonino sulla bottiglia del latte a fare finta di fare smart working – ha aggiunto – perché diciamocelo, a fare finta di lavorare da remoto, a parte le eccezioni che ci sono sempre”.
“La dichiarazione del ministro – dice ad Adnkronos/Labitalia Tania Scacchetti, segretaria confederale Cgil, responsabile della contrattazione pubblica e privata – oltreché scorretta e poco rispettosa, è anche falsa. E’ come se volesse affermare che il lavoro in modalità agile (o meglio da remoto), che abbiamo dovuto svolgere in questi due anni di pandemia, non è stato lavoro. Che, cioè, non è stato lavoro produttivo”.
“E’ una cosa falsa -rimarca Scacchetti- perché, paradossalmente, quello che ci dicono le prime statistiche è che è aumentata la produttività del lavoro. E se c’è un aspetto negativo della remotizzazione del lavoro è che in troppi casi sono aumentati i carichi di lavoro, non sono certo diminuiti”.


