Siamo in un’economia di guerra, ma la Bce punta a “normalizzare” la politica monetaria, senza attenzione alle conseguenze sociali e, in particolare, occupazionali delle policy adottate. Un dato è chiaro: le decisioni politiche di Francoforte spingono l’eurozona, in particolare gli Stati più zavorrati dal debito pubblico, verso la recessione e indeboliscono i governi europei nella trattativa per la pace in Ucraina.
Draghi e gli agli governi più esposti devono negoziare l’immediata attivazione dello scudo sui rispettivi debiti pubblici. Altrimenti, come sempre, la guerra la pagano lavoratrici e lavoratori. Basta scaricare responsabilità politiche sull’indipendenza della banca centrale”.


