Ballottaggi: le principali sfide a Verona, Parma e Catanzaro

0
19

Ultima settimana di campagna elettorale in vista dei ballottaggi del 26 giugno che decideranno la corsa a sindaco in 13 capoluoghi. Una partita che in alcune città si gioca sul filo dei voti e in cui potranno essere determinati anche le preferenze degli elettori di liste che non hanno formalizzato il sostengo ad un candidato. Ballottaggi a Verona, Parma e Catanzaro.

Nella città scaligera tra Damiano Tommasi (centrosinistra) e Federico Sboarina (centrodestra) con l’ex calciatore in testa. A Parma tra Michele Guerra (centrosinistra), in vantaggio, e  Pietro Vignali (centrodestra). A Catanzaro tra Valerio Donato (Fi-Lega) che ha ottenuto il 44% dei voti e Nicola Fiorita (Pd-M5s), con il 32%.

La sfida a Verona e le tensioni nel centrodestra

La partita più attesa è quella di Verona dove il risultato finale potrebbe aprire una nuova fase di tensione fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni che si intestano la leadership del centrodestra. Alla sfida tra il candidato del centrosinistra Damiano Tommasi, che al primo turno ha ottenuto il 39,8 dei voti, e Federico Sboarina fermatosi al 32,7%, si arriverà senza apparentamenti. Un testa a testa in cui il distacco è di ottomila voti.  Nessuno dei due candidati ha trasmesso in Comune l’iscrizione di nuove liste a sostegno rispetto a quelle del primo turno: 6 per Tommasi (tra cui il Pd), 6 per Sboarina (tra cui Fdi e Lega). 

Il tentativo di andare ad un apparentamento formale tra Sboarina e Tosi è naufragato dopo l’ultimo rifiuto opposto dal candidato di Fratelli d’Italia. E un caso è diventata una lettera del vescovo Giuseppe Zenti, in un messaggio ai sacerdoti in vista del voto. A finire sotto i riflettori le parole sulla “famiglia voluta da Dio” e le questioni gender. Famiglia e gender sono un nervo scoperto della città.

“Dovere dei sacerdoti in occasione delle tornate elettorali – ha scritto il prelato – è far coscienza a se stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia”. Ciò con l’avvertenza di “non schierarsi per partiti o persone”, ma segnalando la presenza o meno “di valori civili con radice cristiana” nei programmi dei candidati. Per completezza, Zenti ha aggiunto altri temi sensibili per la Chiesa: “la disoccupazione, l’attenzione alle povertà, alle disabilità, l’accoglienza dello straniero, la scuola cattolica”.

   Un’entrata a gamba tesa contro cui ha subito tuonato Azione, che sostiene Damiano Tommasi e il centrosinistra. “Mi sembra una gravissima ingerenza – ha affermato Carlo Calenda – Fuori dal tempo e dal galateo dei rapporti istituzionali”.