Da quel giorno i salari dei lavoratori sono arretrati fino a divenire il fanalino di coda a livello europeo, con l’Italia unico Paese in cui si registra il segno meno nella crescita salariale.
Si aprì allora una straordinaria stagione di lotte operaie e sindacali, la “stagione dei bulloni” venne definita, per l’accoglienza che i lavoratori riservarono ai segretari confederali che andavano nelle piazze a cercare di spiegare l’inspiegabile, cioè che avevano accettato di tagliare per sempre i salari e gli stipendi per difendere il governo dei padroni.
Oggi, come mai prima, l’assenza di un meccanismo di adeguamento dei salari e degli stipendi all’inflazione sta producendo un vero e proprio collasso della capacità di acquisto delle famiglie.
Unione Sindacale di Base



