DDL SICUREZZA Schema di Disegno di Legge recante interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del Codice della Strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n.285
GRANDE ASSENTE NEL DDL DI SALVINI LA MODERAZIONE DELLA VELOCITÀ, PRINCIPALE CAUSA DELLA GRAVITÀ DELLE COLLISIONI STRADALI.
LE ASSOCIAZIONI DELLA PIATTAFORMA #CITTÀ30SUBITO:
PER FERMARE DAVVERO LA STRAGE STRADALE BISOGNA MODERARE LA VELOCITÀ E PROMUOVERE
LA MOBILITÀ ATTIVA E SOSTENIBILE, NON DISINCENTIVARLA.
IL DDL ATTACCA E DEPOTENZIA LA MOBILITÀ CICLISTICA INVECE DI PROMUOVERLA PER SALVARE VITE.
Un disegno di legge per la sicurezza stradale da una parte inefficace, perché non interviene sulla velocità che è la prima causa degli incidenti più gravi nelle città e anzi limita luso degli autovelox; e dallaltra parte dannoso, perché addirittura fa passi indietro sulle norme esistenti per la mobilità sostenibile, limitando le possibilità di realizzazione di ciclabili, ZTL e sosta regolamentata.
È questa, in sintesi, la lettura del ddl Salvini da parte delle Associazioni della Piattaforma #Città30subito che riunisce Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Asvis, Kyoto Club, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, AMODO, Clean Cities Campaign e che nei mesi scorsi ha promosso una proposta di legge, sul modello di un provvedimento analogo già adottato in Spagna, per promuovere la sicurezza stradale nelle città moderando la velocità e rigenerando lo spazio pubblico. La richiesta a Governo e Parlamento, se davvero si vogliono salvare vite umane, è quella di istituire il limite dei 30 km/h nei centri urbani, per città più a misura di persona e di ritirare le modifiche sulla mobilità sostenibile.
L’impegno per la sicurezza stradale del Ministro Salvini è confermato dalla riforma presentata che interviene soprattutto sulla parte sanzionatoria di chi fa abuso di sostanze illecite alla guida ma ha un grande assente: la moderazione della velocità. È importante contrastare chi guida sotto linflusso di alcool e droghe, sapendo che tali comportamenti sono causa del 4% degli incidenti (6761 su 151.875 totali, secondo il Ministero dell’Interno), ma in aggiunta a questo è bene ricordare che la principale causa di incidenti, come prima causa o concausa che ne aggrava altre, è la velocità eccessiva (ISTAT 2021), su cui mancano interventi incisivi nel decreto legge presentato in Consiglio dei Ministri, che anzi renderà più difficile l’installazione degli autovelox, prezioso strumento di moderazione e controllo della velocità soprattutto in città.
Secondo le associazioni della Piattaforma #Città30subito la proposta di legge del ministro Salvini non aumenterà la sicurezza stradale, soprattutto nelle città, dove avvengono oltre il 70% di tutti i sinistri stradali. Per tutelare efficacemente la sicurezza delle persone, a partire dalle categorie più vulnerabili come pedoni e ciclisti, occorre ridurre per legge la velocità massima sulle strade urbane. In caso contrario risulterà irraggiungibile lo stesso obiettivo che il decreto legge si pone: diminuire sensibilmente le vittime, con lauspicio di avvicinarsi il più possibile a zero vittime sulla strada entro il 2050 (“Vision Zero”).
Inoltre, ricordano i rappresentanti delle associazioni è scientificamente provato che per migliorare con risultati certi la sicurezza stradale è necessario impegnarsi concretamente sullincentivazione della mobilità attiva e sostenibile, come accade in Europa ormai da un decennio. La proposta di legge presentata dal Ministro Salvini va invece nella direzione opposta, rendendo più difficile lutilizzo di mezzi di trasporto leggeri come i monopattini, senza intaccare in modo significativo le reali cause dellincidentalità e depotenzia strumenti introdotti nel 2020 come le corsie ciclabili limitandone incomprensibilmente luso”. Intervenire in modo repressivo sugli utenti della micromobilità – con il pretesto di voler mettere ordine nella regolamentazione di questi nuovi utenti della strada – non incide sullattuale strage stradale e rischia di allontanare le persone da scelte di mobilità sostenibile, indispensabili per fermare laumento delle morti su strada in ambito urbano, nelle quali lItalia detiene il triste primato in Europa.
Sul fronte della mobilità attiva e sostenibile, inoltre, il testo restringe la capacità dei Comuni di gestire la mobilità urbana, inserendo regolamenti ministeriali che ne riducono lautonomia e complicano i già complessi iter amministrativi per introdurre infrastrutture ciclabili, ZTL, controlli elettronici e zone tariffarie di disincentivo alluso dellautomobile. La bozza di decreto infatti attua una retromarcia preoccupante sulle norme relative alla mobilità ciclabile urbana aggiornate nel 2020 prevedendo (come riassunto nella tabella a fine testo) limitazioni per la realizzazione della corsia ciclabile e analoghe limitazioni per la realizzazione del doppio senso ciclabile, leliminazione della casa avanzata con tutte le sue caratteristiche e la sua sostituzione con la zona di attestamento ciclabile e un notevole depotenziamento della strada ciclabile.
Quanto al neo introdotto obbligo di sorpasso delle biciclette ad almeno 1,5 metri di distanza laterale, questo diventa immediatamente vano in quanto esso sarà obbligatorio solo ove le condizioni della strada lo consentano, di conseguenza i veicoli a motore potranno effettuare il sorpasso delle bici anche a distanza inferiore tutte le volte in cui non ci sia spazio sufficiente sulla strada per rispettare il metro e mezzo. Il rimando a futuri decreti e regolamenti ministeriali per la definizione di nuove regole per le leve fondamentali della mobilità attiva e sostenibile lascia presagire ulteriori strette, ad esempio lipotesi di estendere obbligo di casco, targa e assicurazione (proposto per i monopattini) anche alle persone che scelgono la bicicletta, disincentivandone di fatto luso e la diffusione.
Le associazioni riunite nella Piattaforma #Città30subito chiedono quindi a Governo e Parlamento di procedere allelaborazione di una revisione complessiva del Codice della Strada e delle norme annesse e connesse sulla traccia della proposta di Legge Città 30 presentata a maggio scorso a Bologna e su una maggiore incentivazione della mobilità attiva e sostenibile.


