Quella che ha lasciato scorrere sangue a Gaza mentre i suoi emissari brindavano alla “stabilità” e l’esercito israeliano continuava a bombardare Rafah
Ora il “pacificatore” è pronto a un nuovo spettacolo di forza.Secondo Wall Street Journal e Miami Herald, la Marina americana si prepara a colpire le basi del Cartel de los Soles in Venezuela: tre cacciatorpediniere, una portaerei, 4.500 soldati e 90 aerei da combattimento già schierati. Trump smentisce, ma Caracas chiede aiuto a Putin, alla Cina e all’Iran. È la sua diplomazia: negare l’evidenza per moltiplicare la paura.
Il presidente che si vantava di non aver iniziato guerre ha riscritto il concetto stesso di pace.
La tregua, per lui, è solo una pausa utile per ricaricare le armi o ridefinire i confini della minaccia. Ha fatto della menzogna una tecnologia del potere: dalla “verità alternativa” alla guerra preventiva, tutto ciò che non serve alla propaganda semplicemente non esiste.
È la sua America, dove i fatti valgono meno del volume della voce, dove l’ideologia si misura in decibel e le istituzioni si piegano al capriccio del leader. Nel frattempo, il mondo paga il prezzo.
I dazi che minacciano l’Europa e la Cina sono la versione economica dei suoi raid: colpire per costringere, ricattare per negoziare. Il dollaro come arma, la paura come dottrina. Il sistema internazionale è diventato un’estensione del suo ego: ogni crisi è un’occasione per ribadire che senza di lui non c’è equilibrio possibile, e che la potenza americana coincide con la sua vanità.
Giulio Cavalli

