È stato sindaco di Bra, consigliere regionale, presidente della Cassa di Risparmio. Per un lungo periodo ha profumato di potere. Per un crudele gioco del destino, proprio mentre stavo ultimando le bozze di questo libro con cui intendevo fargli un affettuoso regalo, ho appreso la notizia della sua scomparsa avvenuta poche settimane prima di andare in stampa. Dopo alcuni anni di insegnamento intraprese con successo la carriera politica militando nella Democrazia Cristiana. Un partito che certamente non lo amava a causa del suo spirito libero ed indipendente. Insieme ad una vasta cultura Piero ha il dono della conversazione erudita con la quale incanta
gli ascoltatori. Ultimamente si era ritirato a vita privata e passava il suo tempo immerso nella lettura e nella musica classica. Ha
diretto il “Braidese” sul quale pubblicava elzeviri pungenti e spiritosi. Ne ha dedicati molti anche a me, ma sempre con estrema
delicatezza e simpatia. Ricordo l’articolo che scrisse quando fui accolto nel Sovrano Militare Ordine di Malta. Quello vero, naturalmente, riconosciuto dallo Stato e dal Vaticano con sede in via Condotti a Roma. Lo specifico perché ne esistono decine di fantomatici. L’Istituzione prevede per coloro che chiedono di diventare Cavalieri di giustizia i voti di obbedienza, castità e povertà. L’ironia di Fraire si scatenò. Grande amico di Adolfo Sarti ha più volte raccontato che le onorificenze della Repubblica gli sono
state conferite sempre dopo le bocciature elettorali, sino a Cavaliere di Gran Croce. Spesso lo invitavo ospite al Tg4 di Telecupole. In televisione era perfettamente a suo agio e risultava molto brillante. Credo, tra le migliaia di persone che ho intervistato, il più bravo. La gente telefonava dopo la trasmissione per esprimere compiacimento. Un giorno, proprio dal mio ufficio di Telecupole, gli feci telefonare dalla mia assistente Germana Balangero per ricordargli di pubblicare un articolo con la mia foto. Germana finse che la chiamata fosse una sua iniziativa a mia insaputa. Come sempre Fraire fu gentile ma arguto. “Dica al professor Ghisolfi che l’articolo e la foto sono già in pagina. Poiché è accanto a lei e sta ascoltando ne approfitto per salutarlo con affetto”.
Non ci fu possibilità di replica.


