A Roma, siamo in un quadro surreale, unico al mondo

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Di fronte alla drammatica carenza di alloggi di edilizia residenziale pubblica nella Capitale, l’azione amministrativa della Giunta Raggi è rassegnata al piano decennale della Prefettura per gli sgomberi di immobili che ospitano, spesso in condizioni di degrado, occupanti di necessità: migliaia di famiglie che sono nella stragrande maggioranza dei casi nelle liste di attesa per una casa popolare.
Dobbiamo affrontare il problema non come emergenza, ma come dramma sociale strutturale: 7000 sentenze di sfratto all’anno, di cui oltre l’80% per morosità incolpevole; 3000 famiglie sfrattate all’anno; oltre 13.000 famiglie in graduatoria per una casa popolare. Il diritto costituzionale alla casa è radicalmente negato. La Giunta anche oggi, a quasi 4 anni dall’insediamento, non ha neanche accennato all’unica strada possibile per garantire il diritto all’abitare: un piano pluriennale per l’edilizia residenziale pubblica. Sono necessari 10.000 appartamenti in più, da rendere disponibili attraverso il recupero di immobili pubblici esistenti e l’utilizzo, attraverso un accordo con le associazioni dei proprietari, di parte dei 150.000 alloggi sfitti. In tale contesto, data l’assenza di soluzioni alternative adeguate, vanno bloccati gli sfratti e gli sgombero e, in particolare, va sospesa l’ordinanza prefettizia per gli sgomberi degli immobili occupati.

Stefano Fassina